False fatture per complessivi 160mila euro. La Procura della Repubblica di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori dell’ex presidente del Consiglio Matteo. L’accusa dei magistrati fa riferimento a un presunto giro di acquisti ritenuti fasulli attraverso le societ “Eventi6” e “Party”, riconducibili alla famiglia Renzi, e Luigi Dagostino – ex amministratore della societ Tramor – che puntava a evadere il fisco. L’inchiesta stata condotta dalla Guardia di finanza, coordinata dai sostituti procuratori fiorentini Luca Turco e Christine Von Borries.
Le due fatture false sotto inchiesta
Stando alle indagini del procuratore aggiunto Luca Turco e del sostituto Christine Von Borries, i Renzi avrebbero emesso due fatture false attraverso le societ “Party” ed “Eventi 6”, entrambe riconducibili ai genitori dell’ex premier. La prima fattura falsa risale al 16 giugno 2015: viene emessa dalla Party srl in Rignano sull’Arno, di cui era legale rappresentate Laura Bovoli e amministratore di fatto Tiziano Renzi. Ammonta a euro 20mila pi Iva per euro 4mila 400 ed ha a oggetto “studio di fattibilit commerciale per collocazione area destinata al food nel vostro insediamento nei pressi di The Mall a Reggello”. Lo studio di fattibilit che, in realt, non sarebbe mai stato effettuato. La seconda fattura, invece, del 30 giugno 2015. Viene emessa attraverso la “Eventi6” e ha un valore di 140mila euro pi 30mila 800 di Iva. Anche in questo caso l’oggetto un presunto studio di fattibilit che, secondo i pm, non sarebbe mai stato effettuato.
Le email con l’imprenditore Dagostino
Stando ai documenti investigativi, Dagostino e Bovoli avrebbero studiato a tavolino il giro di fatture false. Negli atti si legge che Dagostino si accordava con Laura Bovoli e Tiziano Renzi affinch emettessero la falsa fattura. Il particolare non di poco conto, perch in due successive email, del 29 giugno e del 30 giugno, giunge la stessa identica fattura ma con l’oggetto parzialmente diverso. Per i pm sarebbe una delle prove per dimostrare che le fatture erano false e che a monte c’era stato un accordo illecito con Luigi Dagostino. A ci si aggiunga il reato di truffa compiuto dallo stesso imprenditore. Il 6 luglio 2015 invia una email a Carmine Rotondaro, procuratore speciale del Gruppo Kering del quale la Tramor faceva parte, al quale scrive: Buongiorno caro, ti pregherei di mettere in pagamento urgentemente per motivi che ti ho spiegato. Un abbraccio. Cos il denaro delle fatture false viene liquidato, procurando cos a Laura Bovoli amministratore di diritto e Tiziano Renzi amministratore di fatto (…) un ingiusto profitto pari all’importo della fattura.
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