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Migranti, Centro Astalli: “Il 40 per cento di chi arriva dalla Libia soffre per le violenze e i traumi subiti”

Apr 9, 2018

ROMA – “Dalle visite psichiatriche e medico-legali di chi arriva emergono racconti drammatici di esperienze che segnano il corpo e la mente e necessitano di attenzione, considerazione e cura”. Il rapporto annuale del Centro Astalli, presentato questa mattina al Teatro Argentina a Roma da padre Camillo Ripamonti, lancia un grido d’allarme sulle gravi conseguenze sui migranti che sbarcano in Italia dei forti traumi patiti durante i mesi della detenzione in Libia. “Per questo – è il bilancio del Centro Astalli – il calo del numero delle persone che arriva in Europa in cerca di protezione non è necessariamente una buona notizia. L’effetto delle misure introdotte nel corso del 2017 per ridurre il flusso degli arrivi in Europa attraverso il Mediterraneo centrale implica che i migranti siano trattenuti in Libia più a lungo e che possano essere soggetti a detenzione in condizioni critiche, anche più volte nel caso in cui siano intercettati in mare e riportati in Libia”. In Italia gli arrivi dei rifugiati nel 2017 sono 62.067 in meno rispetto all’anno precedente, ovvero 119.369 contro i 181.436 del 2016.

Un quarto delle persone che lo scorso anno si sono rivolte allo sportello di ascolto ha vissuto esperienze di tortura e violenza e quelli ritenuti in condizioni di particolare vulnerabilità rappresentano il 40 per cento del totale, in massima parte giovani donne. A preoccupare è soprattutto la condizione dei minori non accompagnati che “sono a volte incapaci di affrontare la lontananza, la mancanza e il carico di responsabilità di cui la famiglia d’origine spesso li investe

Il report accende i riflettori sull’inadeguatezza del sistema di accoglienza, soprattutto della rete Sprar di seconda accoglienza che – viene sottolineato – nonostante il calo degli arrivi, a luglio 2017 copriva meno del 15 per cento dei circa 205.000 posti previsti. Una realtà che il Centro Astalli conosce molto bene lavorando prevalentemente nell’ambito della rete Sprar dove nel 2017 hanno accolto 494 persone, di cui 255 solo a Roma. “Continuiamo a registrare – è la denuncia – un numero crescente di persone che restano escluse dal sistema di accoglienza e vivono per strada. Si tratta in molti casi di richiedenti asilo che hanno abbandonato i Centri di accoglienza straordinaria dove erano stati inizialmente accolti e che, avendo ricevuto la revoca delle misure di accoglienza, restano tagliati fuori da ogni forma di supporto, materiale e legale”.

L’appello del centro Astalli è quello di lavorare sulla strada dell’integrazione: “Accompagnare i rifugiati in società sempre più ferite e lacerate, dove i più indifesi corrono spesso il rischio di essere additati come capro espiatorio di un diffuso malcontento, significa soprattutto costruire ponti dove si alzano muri”.

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