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Stop al turn over: una sola Roma per il Barça e il derby

Apr 9, 2018

di Roberto Maida

lunedì 9 aprile 2018 10:15

ROMA – Fine dei calcoli, giocano i migliori. Il gol dell’ex romanista Ljajic, che ha beffato l’Inter, ha reso meno tossica la domenica di campionato; ma l’aggancio della Lazio al terzo posto a una settimana dal derby da Champions League è una preoccupazione in più per Eusebio Di Francesco, che è costretto a giocarsi quasi tutto in due partite ravvicinate. Gloria, soldi, progetti.

Per questo metterà in cantina uno dei principi cardine del suo lavoro, il turnover allargato, e si limiterà solamente ai cambi essenziali tra Barcellona e Lazio.

AVVICINAMENTO – In questo senso avrà un vantaggio gestionale rispetto a Simone Inzaghi, che giovedì dovrà schierare una formazione competitiva a Salisburgo per assicurarsi la qualificazione alle semifinali di Europa League e tre giorni dopo, con tanto di viaggio di rientro, vivrà il derby. Se non altro la Roma avrà 48 ore in più per smaltire la quasi certa eliminazione e di conseguenza presentarsi allo spareggio per la Champions League – simile a quello di tre anni fa alla penultima giornata con Garcia in panchina – con le gambe più toniche e riposate.

SBAGLI – Di Francesco non è pentito di aver cambiato cinque pezzi della formazione contro la Fiorentina perché dopo Barcellona aveva visto diversi giocatori giù di corda. E venerdì, durante la seduta tattica di rifinitura, aveva duramente rimproverato un paio di elementi che a suo parere non si stavano allenando con la giusta intensità. Ma il problema è che chi ha giocato, compreso Nainggolan che è stato recuperato in extremis ma non era neppure al cinquanta per cento, non ha funzionato. Specialmente le alternative, da Gonalons a Defrel, si sono dimostrate inadatte al momento: per tornare in forma avrebbero bisogno di una continuità di impiego che nel rush finale Di Francesco non potrà concedere loro. Lo stesso Bruno Peres, tra i migliori a Barcellona, ha fatto un passo indietro. L’unica notizia incoraggiante è arrivata da Schick, inserito nel secondo tempo: una traversa di testa e un assist non convertito da Nainggolan ne confermano la stagione stregata ma almeno lasciano immaginare un futuro più ricco di gioie.

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