Subspecies, il cult movie tamarro ma bello
Nota del curatore. Amo molto i film come Subspecies. Non tanto per il film in sé, non mi piace molto l’horror e i B movies mi lasciano perlopiù indifferente. È il modo in cui questo e altri prodotti diventano un cult che mi stuzzica.
Ci sono persone, tante di solito, che scelgono un’opera e la elevano a un livello inarrivabile. La celebrano a ogni occasione, coltivano appunto il culto. Comprensibile se parliamo di capolavori riconosciuti da tutti, ma sono casi noiosi: che vi vuole a seguire il culto di Star Wars, suvvia?
Invece Subspecies è un’altra cosa, è quel tipo di cult che ti fa chiedere “ma cosa diavolo ha la gente per la testa?” e poi “sul serio lo hanno guardato più di una volta?”. E ti ritrovi corroso da dubbi e domande, condizione nella quale amo passare qualche ora momento ogni giorno.
Finisce così che vampiri e bellezze anni ’80 finiscono per spingerti a mettere in dubbio ciò che sai, a guardare nel baratro, a cercare in fondo all’abisso i segreti dell’Umano, le ineffabili ragioni della bellezza, le misteriose vie dell’arte. Ti obbliga ad accantonare le certezze; esiste una ragione migliore per creare un culto?
Valerio Porcu