MILANO – Ore 10:00. Deutsche Bank potrebbe strappare un accordo più tenero con la giustizia americana per le vicende del passato sui mutui subprime: l’Afp parla di 5,4 miliardi di dollari sul tavolo, meno della metà di quanto si temeva. Una notizia, emersa nella seconda parte della giornata di venerdì, che ha portato un po’ di distensione sui mercati azionari. I listini europei riavviano gli scambi dopo il week-end poco mossi, con Francoforte chiusa per la celebrazione dell’Unità tedesca. Milano torna sulla parità dopo un avvio debole, e anche il settore bancario cambia di segno. Migliorano le altre: Londra guadagna lo 0,75% e Parigi lo 0,25%.
I listini asiatici sono stati sostenuti dal comparto finanziario, che ha permesso di recuperare parte delle perdite dell’ultima seduta. Debole, invece, la sterlina dopo che la premier britannica Theresa May ha messo in agenda per il primo trimestre del 2017 l’avvio delle discussioni per dar concretezza alla Brexit. “Gli investitori restano nervosi per l’incertezza che circonda Db e per i possibili contraccolpi sulle altre banche europee”, ha spiegato l’analista Yutaka Miura all’agenzia Bloomberg. “L’atteggiamento ora è di aspettare e vedere cosa succede”.
ll grafico di Bloomberg sintetizza la paura dei mercati intorno a Deutsche Bank: mentre il titolo tedesco è crollato (linea bianca) di oltre 20 punti percentuali in pochi giorni, è schizzato l’indice della volatilità dei listini globali (linea blu)
Anche in Italia, le banche restano al centro dell’attenzione con un summit al Tesoro tra il ministro Pier Carlo Padoan, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e i vertici delle principali istituzioni finanziarie. Sul tavolo delle discussioni c’è il tema della crisi del settore del credito, con le quattro good bank salvate ancora in attesa di compratori, ma anche l’anticipo pensionistico che ha bisogno del sistema bancario per funzionare.
L’agenda macroeconomica segnala gli indicatori Pmi che anticipano l’andamento del manifatturiero. In Italia, l’indice migliora a settembre tornando sopra la soglia di 50 punti (51 per la precisione) che separa la contrazione dall’espansione economica: il dato supera le attese. L’Istat pubblica invece il conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche, con reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società. Più tardi, dagli Usa si attende la spesa per costruzioni. L’euro è poco mosso sul dollaro e passa di mano a 1,1223 contro il biglietto verde. Euro in lieve calo sullo yen con il cross che scende scende sotto quota 114 a 113,91. Come accennato, la sterlina è arrivata a cadere in area 1,29 dul dollaro. Avvio poco mosso sul mercato dei titoli di Stato: il rendimento del Btp decennale si attesta all’1,20% con lo spread sul Bund tedesco che si mantiene poco sopra i 130 punti.
Seduta positiva in mattinata alla Borsa di Tokyo: l’indice Nikkei al termine degli scambi ha segnato un progresso dello 0,90% a 16.598 punti. Segnali di miglioramento del manifatturiero del Sol Levante: l’indice Pmi manifatturiero, nella lettura finale, è salito a settembre a 50,4 da 49,5 di agosto. Stabile l’indice Tankan della BoJ che misura il clima di fiducia tra gli imprenditori. Wall Street riparte oggi pomeriggio dopo lo scatto in chiusura di settimana scorsa, quando il Dow Jones ha guadagnato alla fine lo 0,90% a 18.306,72 punti, il Nasdaq lo 0,81% a 5.312,00 e S&P 500 lo 0,79% a 2.168,09 punti.
Prezzo del petrolio in calo sui mercati, dopo che l’Iran ha annunciato un aumento dell’export di greggio nonostante l’accordo siglato all’Opec nel giorni scorsi per il taglio della produzione. Il petrolio Wti del Texas cala così di 46 centesimi a 47,78 dollari al barile mentre il Brent cede lo 0,9% a 49,79 dollari. Il rasserenamento delle tensioni su Deutsche Bank porta via gli investitori dai beni rifugio, oro in primis, verso i quali si erano mossi la scorsa settimana. Il metallo con consegna immediata cede così lo 0,2% a 1314 dollari l’oncia sui mercati asiatici.