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Lavoratori di Italo in sciopero: sulla app dei dipendenti frasi ingiuriose accanto a chi aderisce

Mar 29, 2018

ROMA – Scioperi e sei imbecille, anzi se sei una donna sei “zoccola” e nella consueta deriva di insulti se protesti e sei omosessuale sei “frocio”. A finire nel tritacarne della rapida diffusione di magagne interne via social questa volta è Italo Treno. Sulla app a esclusivo uso interno dei dipendenti per l’organizzazione dei turni, al posto del nome degli scioperanti sono apparse abbreviazioni quali “Stoimb” (cioè “stoimbecille”), “Stazoc” (cioè “stazzoccola”) e “Stofroc” (cioè “stofrocio”).

Il contenuto della chat è stato diffuso in rete dagli scioperanti e c’è chi ha chiesto le scuse da parte di Italo, che con un comunicato fa sapere: “L’azienda dopo un tempestivo e attento approfondimento ha individuato i possibili responsabili. Ha conseguentemente avviato le procedure previste per il caso di gravi inadempienze contrattuali”.

Una fonte interna ricostruisce così quanto avvenuto: “L’azienda non ha di che scusarsi se due colleghi litigano tra di loro. Diverso se una cosa del genere avesse riguardato un cliente. In ogni caso i due dipendenti responsabili delle scritte saranno puniti”.

Si sarebbe trattato, sempre secondo la versione di Italo, di una presa in giro tra colleghi, basata anche sul fatto che lo sciopero indetto due giorni fa dal sindacato Orsa per Ntv ha avuto soltanto 23 adesioni, mentre il sindacato rivendica l’adesione di 70 dipendenti, cioè il 15 per cento degli iscritti alle associazioni.

I responsabili dell’inserimento dati, due dipendenti di circa 30 anni, invece che usare l’abbreviazione in codice “Dummy1”, con numerazione progressiva, per indicare il collega che andava sostituito hanno pensato di scherzare su chi aderiva allo sciopero.

Il sindacato Orsa si scaglia contro l’atteggiamento dell’azienda e, schermate dei cellulari alla mano, ha chiesto chiarimenti alla Ntv. “In Italo sono riusciti in un sol colpo ad offendere la dignità della persona e il diritto al dissenso dei lavoratori – commenta il segretario aggiunto dell’Orsa, Michele Formisano – Per ragioni di marketing sminuiranno l’episodio, addossando le colpe sull’ultimo anello della catena di comando, in verità quanto accaduto è stato fomentato da una suddivisione netta, voluta da chi gestisce il personale. Da un lato quelli che si fidano di chi dirige la baracca, dall’altro chi vorrebbe ridurre il gap tra le proprie condizioni di lavoro e quelle del contratto nazionale di riferimento. Apostrofarli come “imb”, “zoc” e “fro” è stata perciò la naturale conseguenza di questa divisione, in cui si svilisce il pensiero di chi protesta per chiedere migliori condizioni di lavoro”.

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