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Firenze, padre padrone segrega la figlia e la promette in sposa: rinviato a giudizio

Mar 28, 2018

Il capofamiglia rom arrestato lo scorso settembre a Firenze con l’accusa di aver segregato e ridotto in schiavitù una delle sue figlie è stato rinviato a giudizio. L’uomo, per la procura, aveva promesso in sposa all’età di 13 anni la figlia a un giovane rom serbo residente in Francia. La ragazzina aveva chiesto aiuto di nascosto a un amico lontano. Ora vive in una struttura protetta mentre il padre è in carcere. A febbraio il tribunale del riesame gli aveva negato gli arresti domiciliari. Oggi, invece, il gip Anna Liguori ha deciso per il giudizio immediato, con data da stabilire. La difesa non ha chiesto l’abbreviato.

Secondo l’indagine portata avanti dalla pm Angela Pietroiusti la famiglia del promesso sposo si era impegnata a comprarla per 15 mila euro, secondo una tradizione rom che la Corte di Cassazione ha giudicato irrilevante ai fini della configurabilità del delitto di riduzione in schiavitù. Non tutti i giudici sono d’accordo ma la Cassazione ha spiegato che la compravendita di una persona la trasforma in una cosa (una res) sulla quale esercitare diritti patrimoniali. In tal modo vengono violati i suoi diritti umani e la sua libertà di autodeterminarsi.

La famiglia del promesso sposo aveva posto precise condizioni alle nozze: la ragazzina doveva arriva vergine al matrimonio, doveva dimagrire, curare la pelle del viso e imparare a dovere i lavori domestici. Lei era ingrassata proprio per evitare le nozze. Il padre la teneva segregata in casa e le permetteva soltanto di andare a fare la spesa e a comprare i medicinali per la madre malata. L’unico canale di comunicazione con l’esterno era uno smartphone che la ragazzina collegava allo wifi di un supermercato e con il quale

lanciava messaggi disperati a un amico lontano: “Aiutami, mio padre mi ha venduta per 15 mila euro e fra pochi giorni devo partire per la Francia. Non lo voglio sposare. Se mio padre mi scopre mi massacra di botte”. L’amico raccolse il suo grido, venne aperta un’inchiesta, la ragazzina fu portata via da casa e il padre arrestato.

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