Un’Europa più unita, ha dichiarato in un discorso all’autorevole istituto economico DIW, “può essere una bussola per tutta l’area e un faro di speranza per il mondo”. Ma per svolgere questa funzione, l’Europa “non può essere solo un’unione economica per i tempi di acque calme”. L’area della moneta unica “ha la necessità di completare l’architettura con le parti che mancano per prepararsi per la prossima crisi”.
Il Fondo di stabilità macroeconomico CFC proposto dal Fmi si attiverebbe automaticamente nel caso il tasso di disoccupazione di un Paese deviasse dalla media, spiega un paper del Fmi citato da Lagarde che pone le basi per la sua proposta. E sarebbe alimentato da un contributo annuale dei partner che varrebbe lo 0,35 per cento del loro Pil. Nel caso di shock particolarmente gravi, avrebbe anche la possibilità di approvvigionarsi sul mercato attraverso dei bond. Ma per accedere al CFC, i Paesi dovrebbero dimostrare di avere i conti pubblici in ordine. Un fondo del genere, spiega Lagarde, “potrebbe ridurre gli effetti di uno shock sulla crescita del 50%”.
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In vista del vertice europeo di giugno che dovrebbe affrontare proprio la tabella di marcia che Angela Merkel ed Emmanuel Macron vogliono elaborare nei prossimi mesi sul riordino dell’eurozona, Lagarde ha anche sottolineato l’importanza che “si facciano passi in avanti sull’Unione bancaria”. La numero uno del Fmi si è detta soddisfatta che sul Fondo di risoluzione per le banche si sia delineato “un ampio supporto” a favore di un backstop comune