Il basso livello di penetrazione degli aggiornamenti del sistema operativo sui dispositivi già attivi è un problema annoso della piattaforma Android. Secondo i dati ufficiali diffusi da Google a gennaio, su circa un quarto dei dispositivi del robottino verde gira ancora una versione di Lollipop (5.0 e 5.1). Marshmallow è installato sul 28% dei dispositivi, mentre Android 7.0 Nougat è attivo sul 26,3% dei telefoni. Nonostante sia disponibile pubblicamente da agosto, Oreo non ha ancora superato la soglia dell’1% di installazioni attive. Per contro iOS 11, rilasciato un mese più tardi, a dicembre era già stato installato sul 59% dei dispositivi Apple.
Bruno Ruffilli
Una delle principali aspirazioni di Android Oreo, però,è proprio quella di riuscire a risolvere questo problema. La soluzione pensata da Google si chiama “Project Treble”. È un cambio di paradigma di sviluppo che ha debuttato sull’ultima versione del sistema operativo per separare le funzionalità di basso e alto livello del sistema. In altre parole, grazie a Project Treble, gli sviluppatori di un produttore possono teoricamente recepire un aggiornamento più velocemente e adattarlo ai propri dispositivi in maniera più semplice. Nelle intenzioni di Google questo cambiamento dovrebbe minimizzare il costo degli aggiornamenti per i produttori, facilitando la diffusione delle nuove versioni di Android sugli smartphone di fascia medio-bassa.
Nonostante la novità sia stata annunciata al momento del lancio di Oreo, però, c’è voluto un po’ di tempo per vederla implementata. Al momento gli smartphone che supportano la novità non sono molti. Del gruppo fanno parte i Pixel di seconda generazione, HTC U11+, Huawei Mate 10Pro e Mate 9 (dopo aggiornamento), i più recenti Sony Xperia, Honor 8 Pro, View 10 e P smart.
Alla famiglia si aggiungono ora anche Galaxy S9 e Galaxy S9+, mentre sui modelli precedenti (gli S8) l’aggiornamento ad Oreo non include il supporto a Project Treble. Se pure il numero di smartphone Android “più facili da aggiornare” sta crescendo, si tratta ancora nella maggior parte dei casi di dispositivi di fascia alta, più costosi e meno diffusi. Ci vorranno almeno un altro paio di cicli di aggiornamenti annuali, insomma, prima che Project Treble possa davvero fare la differenza su larga scala.