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Powell (Fed) prova a tranquillizzare i mercati, Borse in recupero

Mar 1, 2018

MILANO – Continua la fase di vendita sui mercati azionari, con gli investitori che si preparano al rialzo dei tassi da parte della Fed e a un nuovo scenario di mercato. Oggi il governatore americano Jerome Powell tornerà a farsi sentire dalla politica, alla Commissione bancaria del Senato, dopo la relazione al Congresso dei giorni scorsi nella quale ha avvalorato l’ipotesi di quattro strette monetarie durante l’anno, in ragione della forza dell’economia Usa. Ora il 35% circa degli investitori si aspetta che la Fed alzi i tassi quattro volte nel 2018 contro il 28% di una settimana fa. Queste indicazioni hanno portato ieri Wall Street a chiudere in netto ribasso, archiviando così il peggior mese (febbraio) da due anni a questa parte e dopo un filotto di dieci mesi consuecutivi in rialzo. Stamattina i listini europei aprono in rosso: Londra cede lo 0,25%, Parigi lo 0,3%, Francoforte lo 0,45% e Milano lo 0,35%.

A Piazza Affari si guarda a Luxottica, in evidenza dopo che Essilor ha annunciato di attendersi la fusione per dar vita al gigante di occhiali e lenti “nella prima parte del 2018”: dovremmo dunque esserci.

L’euro è in leggero rialzo sul dollaro in apertura dei mercati, in attesa dell’intervento di Powell al Senato. La moneta unica vale 1,2204 dollari contro 1,2189 dollari di ieri sera. L’euro si è apprezzato anche rispetto alla valuta giapponese, scambiato a 130,29 yen contro 130,08 yen di ieri sera. Il biglietto verde resta stabile contro la valuta giapponese, a 106,8 yen. Oggi dal fronte macro sono attese numerose indicazioni, tra cui l’indice Pmi manifatturiero dei singoli paesi europei e dell’intera Eurozona e il tasso di disoccupazione in Eurolandia. Lo spread tra il Btp e il Bund apre in lieve rialzo a 133 punti con un rendimento all’1,98%.

E’ sceso leggermente l’indice Pmi manufatturiero giapponese, registrando comunque ancora un’espansione dell’attività economica: è passato dai 54,8 di gennaio ai 54,1 di febbraio (sopra i 50 indica espansione). In Cina invece l’indice Pmi della manifattura Caixin-Markit a febbraio è salito a 51,6 punti. La Borsa di Tokyo ha chiuso in netto ribasso sulla scia di una nuova seduta negativa Usa e del rafforzamento dello yen, fattore che penalizza i titoli delle società di esportazione giapponesi. Alla fine delle contrattazioni, il Nikkei ha perso l’1,56% (-343,77 punti) a 21.724,47 punti mentre l’indice più ampio Topix è diminuito dell’1,59%.

Ieri sera, come detto, gli indici a Wall Street hanno accelerato al ribasso nel finale, chiudendo sui minimi intraday. Per l’indice delle 30 blue chip è stato il primo febbraio in calo dal 2009, nel corso del quale ha perso 1.100 punti circa o oltre il 4%. L’S&P 500 ha ceduto nel mese il 3,9%. Il Nasdaq ha lasciato sul terreno l’1,9%. Soltanto ieri, il Dow ha perso l’1,5%. A causa di scorte settimanali Usa cresciute più del previsto, il petrolio ad aprile al Nymex è scivolato del 2,17% a 61,64 dollari al barile; a febbraio il calo è stato superiore al 4%. Quotazioni dell’oro in calo sui mercati asiatici dove il lingotto cede lo 0,3% a 1.314 dollari l’oncia.

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