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130mila persone hanno chiesto asilo in Italia nel 2017

Feb 21, 2018

Nel 2017 hanno chiesto protezione in Italia circa 130 mila persone (per la prima volta il numero ha superato gli arrivi via mare durante l’anno). Un anno prima i richiedenti asilo erano stati 123.600, 83.970 nel 2015. Nel 2017 sono state esaminate circa 80 mila richieste ed stata accordata protezione a oltre 30mila persone. Ma una larga maggioranza, poco sotto il 60%, si sono visti respingere la loro domanda. Questa percentuale rimasta analoga a quella registrata nel 2016, dopo due anni di forte crescita. A fare il punto sui richiedenti asilo in Italia il rapporto “Il Diritto d’asilo. Accogliere, proteggere, promuovere, integrare” della Fondazione Migrantes, presentato questa mattina a Ferrara.

Nel 2016 le persone mandate indietro hanno superato quelle ricollocate

L’indagine mette in evidenza casi che hanno dell’assurdo. Uno fra tutti: nel 2016 sono stati redistribuite circa 1.800 persone dall’Italia negli altri paesi Ue, in applicazione del piano di ricollocamenti europeo, contro gli oltre 2mila che gli altri paesi Ue ci hanno rimandato indietro in applicazione del principio del paese di primo ingresso, sancito dal regolamento di Dublino. Piano di ricollocamenti europeo che peraltro non ha raggiunto gli obiettivi sperati: su 160mila persone che si puntava a spostare in due anni (dal settembre del 2015 allo stesso mese del 2017) dai primi paesi di ingresso verso gli altri Stati europei, a novembre 2017 quelli effettivamente ricollocati erano appena 32.336, dei qyuali 10.842 dall’Italia e 21.524 dalla Grecia, paesi in prima linea nella gestione dei flussi.

Italia tappa di un viaggio verso altri paesi

Ancora: i rifugiati, anche se identificati e registrati in Italia, cercano fortuna in altri paesi. Dei 181.436 richiedenti asilo entrati via mare in Italia nel 2016, circa un terzo non ha chiesto asilo nel nostro paese. Si presume, spiega l’indagine, che molte delle 60mila persone mancanti si siano spostate in altri paesi europei. Al 1 gennaio del 2017, met delle persone arrivate in Italia nel 2012 non si trovava pi nel paese.

Nel 2017 arrivi in calo del 34%

Nel 2017 il contatore degli arrivi in Italia si fermato a 119.369 persone, il 34% in meno rispetto alle 181.436 del 2016 (erano state 153.842 nel 2015). Il primo Paese di provenienza si conferma la Nigeria, seguita da Guinea, Costa d’Avorio, Bangladesh, Mali ed Eritrea.

Negli ultimi tre anni 400 nuclei familiari hanno accolto 500 persone

Alla fine del 2017 erano in accoglienza in Italia 183.681 richiedenti asilo e rifugiati: appena il 3 per mille dei residenti. Negli ultimi tre anni oltre 400 nuclei familiari vi hanno accolto almeno 500 persone (soprattutto rifugiati ma anche richiedenti asilo. L’Italia diventata il paese del “40%”, si cio arrivati ad avere accoglienze di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in oltre quattro comini su dieci (3.231 comuni su un totale di 7.978, dati aggiornati a luglio 2017). Toscana ed Emilia Romagna sono al di sopra della media nazionale: in questi territori sono presenti accoglienze in otto comuni su dieci. Seguono, a distanza, con presenze poco sopra o sotto la met dei comuni, l’Umbria, la Puglia, il Veneto e le Marche. Diffusioni inferiori si registrano in Lombardia e Lazio. In Sicilia accoglie un comune su tre e in Piemonte tre su dieci. La maggioranza degli oltre 200mila posti-accoglienza in Italia a met 2017 – quasi l’80% – risulta aperta nel 7.600 eterogenei ed “emergenziali” Centri di accoglienza straordinaria (Cas), coordinati dalle prefetture.

Il nodo dei minori non accompagnati

Restano inoltre irrisolte molte delle principali problematiche riguardanti il sistema di accoglienza. La capienza del “Sistema di protezione per richiedenti asilo, rifugiati e minori stranieri non accompagnati” (SPRAR), che dovrebbe rappresentare il sistema nazionale di seconda accoglienza per tutti i minori non accompagnati, risulta insufficiente: al 31 agosto 2017, infatti, risultavano attivi solo 2.865 posti nello Sprar, pari al 15% dei 18.486 minori presenti in Italia. Inoltre, in assenza di un efficace sistema di distribuzione tra regioni, pi del 40%% dei minori non accompagnati presenti a livello nazionale si trovano in Sicilia. Molti minori restano collocati per mesi in centri di prima accoglienza inadeguati o in strutture di accoglienza per adulti, dove nessuno si occupa del loro inserimento scolastico, dell’avvio di un percorso di inclusione, del rilascio dei documenti, e dove talvolta non sono adeguatamente soddisfatti neanche i bisogni primari. Una parte dei 5.500 minori registrati come irreperibili a fine ottobre 2017 sono ragazzi e ragazze che si sono trovati in questa situazione e che hanno deciso di allontanarsi dalle strutture in cui erano stati collocati, per cercare altrove migliori opportunit.

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