Raggiungere Marte in 80 giorni, colonizzarlo con 1 milione di persone e promuovere viaggi alla portata di chiunque potrà pagare un biglietto da 100.00 dollari: è il progetto di Elon Musk, fondatore della SpaceX, che ha annunciato pubblicamente la nascita del Sistema di Trasporto Interplanetario (Its) nell’ambito del Congresso Astronautico Internazionale (Iac) in corso in Messico. L’annuncio, che arriva a poche settimane dall’esplosione del lanciatore Falcon 9 della Space X, è stato accolto fra reazioni entusiaste e non poche perplessità.
Un progetto ambizioso
“Quello che voglio realmente – ha detto Musk alla platea – è rendere Marte qualcosa di possibile. Qualcosa che sia possibile fare nel corso della nostra vita, un posto dove potrete andare”. Il piano del capo dell’azienda californiana, che ha in programma nel 2017 di lanciare i primi astronauti verso la Stazione Spaziale e di inviare su Marte una navetta senza equipaggio nel 2018, è molto ambizioso e dettagliato ma ancora tutto, o quasi, da sviluppare.
Su Marte in 80 giorni
Il progetto Its prevede di progettare un potentissimo razzo spinto da 42 motori Raptor, capaci di portare un carico 2 volte più pesante delle missioni Apollo, e una navetta di 50 metri per ospitare fino a 200 astronauti. Il viaggio per Marte durerebbe appena 80 giorni e, nello scenario più ottimistico, il costo per passeggero potrebbe essere di 100.000 dollari. L’obiettivo finale sarà rendere l’uomo “una specie multiplanetaria”, ha spiegato Musk e aggiunto che per raggiungerlo “servirà una forte collaborazione tra pubblico e privato”.
Un tifo da stadio
“Le parole di Musk sono state accolte con un un tifo da stadio”, ha spiegato da Guadalajara Giancarlo Genta, del Politecnico di Torino, ma sul web non mancano le critiche alla realizzabilità del progetto. Come quelle del Wall Street Journal, che sottolinea come SpaceX non abbia ancora lanciato nessun uomo nello spazio, i progetti hanno accumulato ben 6 anni di ritardo e i costi sono saliti di 4 volte, e che l’azienda non sia ancora in grado di spiegare le cause dell’esplosione dell’ultimo Falcon 9.