MILANO – La democratica Hillary Clinton batte il repubblicano Donald Trump nel primo dibattito televisivo in vista del voto di novembre per la Casa Bianca. L’ex First Lady è apparsa più brillante, mentre il miliardario newyorchese è stato a lungo sulla difensiva: secondo gli investitori, dalla prospettiva dei mercati l’elezione della democratica rappresenterebbe ‘la migliore delle cattive scelte’, garantendo maggiore stabilità, al contrario di una situazione di completa incertezza. Anche secondo gli analisti di Td securities, che riflettono il sentore generale, una vittoria di Trump alle elezioni sarebbe percepita negativamente dai mercati finanziari su scala globale. E la volatilità sarebbe garantita.
Sotto il faro dei mercati globali ci sono ancora le banche che ieri hanno sofferto per almeno tre motivi: la politica accomodante delle banche centrali nel mondo prova a sostenere la debole ripresa economica, ma continua a pesare sulla redditività del settore; gli investitori temono l’effetto di un aumento di capitale per Deutsche Bank che potrebbe essere necessario in vista di un patteggiamento con la giustizia Usa per i mutui subprime, soprattutto se venisse confermata l’apparente contrarietà del governo tedesco a intervenirei; infine, all’orizzonte, si profila la prospettiva di stress test più severi, che comporterebbero maggiori costi per gli istituti di credito. Su quest’ultimo fronte, è stato Daniel Tarullo, membro del board della Fed, a presentare una proposta della Banca centrale americana che in pratica chiederebbe ai big di Wall Street di avere più cuscinetti protettivi di capitale per affrontare eventuali crisi. In questo contesto difficile per l’intero settore continua a spiccare Mps all’indomani del cda in cui il nuovo ad Marco Morelli ha tracciato la road map per portare a compimento il salvataggio della banca. Il piano industriale sarà approvato il 24 ottobre ed entro la fine di novembre si terrà l’assemblea. Tra i punti in esame anche la conversione dei bond, mentre per l’aumento di capitale si punta a farlo entro il 2016.
Le borse europee sono comunque positive: Milano rimbalza dopo lo scivolone della vigilia e recupera lo 0,4%, Londra sale dello 0,7%, Francoforte dello 0,6% come Parigi. Riflettori puntanti anche su Mediaset, mentre si avvicina la scadenza del 30 settembre per raggiungere un’intesa con Vivendi sulla cessione della pay tv Premium.
Sul fronte macroeconomico questa sera il Consiglio dei ministri esamina la nota di aggiornamento al Def con le nuove previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica che determineranno l’entità della prossima legge di bilancio, mentre il Tesoro ha in programma un’asta di Ctz e Btp-i per un importo fino a 3,5 miliardi. Nel frattempo i titoli decennali italiani rendono l’1,18% sul mercato secondario, pari a 128 punti base in più rispetto agli omologhi tedeschi che ormai sono scambiati con tassi negativi.
E’ in lieve calo il prezzo del petrolio in vista del meeting Opec di Algeri. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti cedono 8 cent a 45,85 dollari e quelli sul Brent arretrano di 16 cent a 47,19 dollari. L’euro si muove sopra 1,12 dollari e il biglietto verde recupera sullo yen. La moneta europea passa di mano a 1,1246 dollari e 113,39 yen. Dollaro/yen a in rialzo a 100,84.
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha terminato le contrattazioni in leggero rialzo, in scia alla parziale stabilizzazione dello yen dopo la conclusione del dibattito per le presidenziali statunitensi che sembra aver favorito Clinton: l’indice Nikkei segna un aumento dello 0,84%, a quota 16.683.93, con un guadagno di 139 punti. Lo yen si assesta poco sopra quota 100 al cambio col dollaro, e 113,30 sull’euro.
La seduta di ieri a Wall Street è finita in calo, per la seconda volta di fila. L’azionario ha ignorato il rally del petrolio appesantito dal settore finanziario (-1,6%), il peggiore. A tutto ciò si è aggiunto un pò di nervosismo nelle ore precedenti al primo dibattito presidenziale tra i due candidati alla Casa Bianca. Il Dow Jones ha ceduto lo 0,91%, a quota 18.094,83 punti; l’S&P 500 ha perso lo 0,86%, a quota 2.146,10 e il Nasdaq ha lasciato sul terreno lo 0,91%, a quota 5.257,49. L’oro è in ribasso dello 0,26% a 1.334,50 dollari.