Una folla composta e discreta ha partecipato a Roccasecca, in provincia di Frosinone, ai funerali dell’agente di custodia suicidatosi, lunedì mattina, dopo l’accusa di aver abusato della figlia di 14 anni, rivoltagli dalla stessa in un tema a scuola. Il rito funebre si è svolto nella chiesa dello Scalo alla presenza di tanti cittadini. A officiarlo è stato il parroco di Santa Maria, don Giandomenico Valente.
“È uno di quei momenti in cui si rinuncia a capire, perché certe vicende si vivono senza mai capirne il senso”, ha detto il parroco durante la sua omelia. “È un momento difficile per tutti”, ha detto ancor il sacerdote, prima di invitare a garantire sostegno alla famiglia dell’agente di custodia. “Consolare tutti coloro che soffrono – ha sottolineato – perché l’abito da lutto sia cambiato con la forza della consolazione”.
Il prete nell’omelia ha suggerito che l’uomo sia stato “crocifisso”. Parlando della chiesa di montagna davanti alla quale l’agente si è impiccato don Giandomenico Valente ha detto: “Non posso pensare che in un
luogo come quello non ci sia stato un incontro e un dialogo tra due crocifissi”; il secondo sarebbe quello nel luogo di culto. La moglie ha lamentato che i media lo avrebbero considerato già colpevole.“Ed è per questo che oggi, insieme a tutti voi, con la mia e con le vostre preghiere – ha proseguito – accompagno questo fratello sulla soglia del Cielo, per consegnarlo per sempre al Dio della Vita. Signore, grande nell’amore, prendilo con te”.