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ADUC denuncia dueamici.it, un e-commerce piramidale?

Gen 24, 2018

ADUCha denunciato il sito e-commerce dueamici.it all’Antitrust per pratica commerciale scorretta in relazione alla sua presunta modalità “piramidale” di vendita.

Di cosa si tratta esattamente? Come spiega la nota associazione di consumatori sul sito si possono acquistare iPhone X a 429 euro (contro un listino di 1189 euro), buoni regalo Amazon a 89 euro (invece che a 200 euro) e così via. Il problema è che secondo ADUC “non c’è da fidarsi” perché in verità ogni bene non viene consegnato subito ma prenotato.

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“Il consumatore, dopo aver pagato, viene inserito in una lista composta di tutti gli acquirenti. Il prodotto sarà effettivamente consegnato solo quando altri acquirenti successivi ne avranno completato il prezzo di acquisto indicato dal sito”, si legge nella nota dell’associazione.

“Chi non vuole attendere il ‘completamento’ del prezzo, può ‘riscattare’ il prodotto e riceverlo subito, pagando (nel caso dell’esempio) 1.287,00 euro, cioè 100 euro in più rispetto al prezzo di mercato”.

La piattaforma e-commerce in pratica trattiene le somme per un tempo inizialmente indefinibile – bisogna vedere quanti acquirenti aderiranno – e nel caso in cui qualcuno si stufi di aspettare il margine è molto più alto.

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“Ad oggi, infatti, gli importi pagati da acquirenti che non hanno ricevuto il prodotto, e già nelle casse della società, ammontano a euro 1.810.507,00. Per arrivare a completare il prezzo di tali ordini, dovrebbero essere versati da successivi acquirenti euro 5.431.764,00”, sottolinea l’ADUC.

Secondo l’associazione si tratta di un “meccanismo piramidale nel quale quanto più si allarga la base di acquirenti, tanto meno probabile è l’effettiva spedizione del bene acquistato da parte degli ultimi soggetti acquirenti”.

Chi si occupa di analizzare i sistemi piramidali – che formalmente sono illegali – sostiene che vi sia un punto di non ritorno “nel quale gli importi da corrispondere da parte di altri utenti saranno così alti da diventare insostenibili, avendo come conseguenza il fallimento della società e l’impossibilità, per chi ha versato un anticipo, di ottenere indietro il proprio denaro”.

In sintesi, finché il sistema sta in piedi tutti felici, ma se dovesse saltare il banco per mancanza di nuovi clienti o azioni legali oppure intervento della giustizia ecco profilarsi la possibilità di non ricevere più quanto pagato.

“Leggendo le condizioni di contratto, poi, si scopre che l’esercizio del diritto di recesso è consentito entro 14 giorni dalla data di acquisto, e non – come prevede il Codice del consumo per i contratti di acquisto di beni – entro 14 giorni dalla consegna del prodotto“, prosegue ADUC. “Si tratta di una clausola chiaramente illegittima, ma il consumatore non lo sa e quindi, una volta pagato il prezzo si sente in gabbia e crede di avere due sole alternative: attendere il “completamento” del prezzo oppure pagare l’oggetto ad un prezzo superiore a quello di mercato”.

Il commento

I gruppi su Facebook dedicati all’hi-tech – si pensi anche solo a quelli legati al mondo Apple o Samsung – sono bombardati quotidianamente dai post di utenti o profili fake che promettono smartphone o altri dispositivi a prezzi stracciati. Spesso fanno riferimento a numerosi siti piramidali (la lista è lunga) e nel caso in cui qualcuno gli faccia notare che la pratica è illegale si affidano a un indottrinamento che è capace di rispondere a ogni questione. Non di meno, ve ne sono altrettanti che vendono gli stessi prodotti appena acquistati sugli stessi siti per lucrarci.

Ora, la maggioranza degli utenti probabilmente ha la memoria corta o è troppo giovane per ricordare le truffe piramidali che negli anni hanno lasciato migliaia di persone con un pugno di mosche. Semplicemente non esisteva l’e-commerce e tutto viaggiava con il passa-parola.

Al solito, saranno le autorità competenti a fare chiarezza su ogni singolo caso e a raccogliere eventuali prove. Il nostro consiglio è di diffidare di modalità di acquisto poco trasparenti, soprattutto valutando attentamente i rischi di un potenziale danno economico.


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