Dna ricostruito e, contemporaneamente, smantellato mentre si stava ricostituendo.
Triste (per loro) e felice (per lo Stato) destino quello del clan Moccia che ha dettato e detta la sua legge tra Afragola, Casoria, Arzano, Frattamaggiore, Frattaminore, Cardito, Crispano e Caivano, Acerra e nel Lazio, a partire dalla Capitale.
Il capo indiscusso dell’associazione, Luigi Moccia, gi sottoposto a libert vigilata, aveva da tempo trasferito a Roma i propri interessi. A febbraio 2016 un’indagine svel, ad esempio, che il clan Moccia gestiva sul territorio metropolitano romano diverse attivit imprenditoriali, in particolare nei settori della distribuzione di prodotti lattiero-caseari ed ortofrutticoli, turistico-alberghiero e commerciale.
L’indagine della Direzione distrettuale di Napoli, che l’ha delegata alla Dia guidata da Giuseppe Linares (e alla quale hanno contribuito anche Carabinieri di Castello di Cisterna, la Squadra mobile di Napoli e la Gdf) ha ricostruito la pi recente conformazione del clan Moccia, le responsabilit del vertice, dei dirigenti e dei referenti sul territorio, le modalit di comunicazione tra gli affiliati, anche detenuti, la capillare attivit estorsiva, l’imposizione delle forniture per commesse pubbliche e private, la ripartizione tra i sodali, liberi e detenuti, degli illeciti profitti conseguiti tramite le precedenti attivit, le infiltrazioni del sodalizio negli apparati investigativi.
Alla ricostruzione dell’organigramma ha fatto seguito l’arresto, che si sta chiudendo in queste ore, di 45 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, detenzione di armi comuni e da guerra e relative munizioni, plurimi episodi di estorsione aggravata, riciclaggio di ingenti somme di denaro. Le indagini hanno portato alla luce i profondi contrasti esistenti tra alcuni dei cosiddetti “senatori” del clan.
L’attivit di indagine stata svolta mediante il ricorso a indagini, con il contemporaneo monitoraggio di colloqui in carcere e il sequestro di alcuni manoscritti inviati da soggetti detenuti ai propri fiduciari liberi, oltre al contributo di vari collaboratori di giustizia.
I colpi al clan Moccia si susseguono. Il 30 marzo 2017 gli agenti della Questura di Napoli hanno dato esecuzione al decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Napoli, sezione Misure di prevenzione, proprio nei confronti di Luigi Moccia. Il valore dei beni sequestrati fu di 10 milioni.
La famiglia Moccia stata tra quelle antesignane del nuovo modo di interpretare il ruolo della camorra sia in considerazione della fortissima vocazione a gestire con spirito imprenditoriale il reimpiego dei capitali di illecita provenienza (privilegiando sempre, e fin dove possibile, la via negoziale e collusiva rispetto a quella violenta) che per la sua moderna capacit di delocalizzare rapidamente, anche al di fuori della Campania, la propria presenza, sia criminale che economico-finanziaria.
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