• 23 Dicembre 2024 0:06

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Eventi a rischio, il capo della polizia polemizza con i sindaci: “Siamo stufi di fare la foglia di fico”

Gen 18, 2018

“Nel momento in cui avvengono fatti gravi, il magistrato va a cercare una posizione di garanzia, e molto spesso il questore è il soggetto a cui riferire le responsabilità. Torino docet. Quindi noi abbiamo detto basta, siamo stanchi di fare le foglie di fico rispetto a responsabilità che non sono le nostre”. Così il capo della Polizia, Franco Gabrielli, in visita a Vercelli, ha risposto ad alcune domande sulla circolare per la gestione delle manifestazioni pubbliche che stabilisce precise responsabilità su safety e security, facendo preciso riferimento alla tragedia di piazza San Carlo, per la quale è indagato l’ex questore Angelo Sanna assieme alla sindaca Chiara Appendino, al prefetto Renato Saccone e ad altri ritenuti dagli inquirenti responsabili di negligenze che costarono il ferimento di 1526 persone e la morte di una donna.

A questo proposito Gabrielli ha poi polemizzato con i sindaci, in particolare con quelli che lamentano l’impossibilità di organizzare eventi a causa dei costi aggiuntivi per la sicurezza imposti, a loro dire, dalla circolare Gabrielli: “Mi aspettavo, anche un pò ingenuamente, un plauso dai sindaci: più che la famigerata circolare Gabrielli, esiste un secondo comma dell’articolo 40 del codice penale, secondo il quale chi ha l’obbligo giuridico di impedire che avvenga un tragico fatto, e non lo impedisce, equivale a cagionarlo: e quello è il fondamento del reato colposo. Questi signori che si preoccupano anche legittimamente del fatto che non hanno i soldi per garantire la sicurezza, dovrebbero sapere che se succede un evento come una morte o lesioni – ha sottolineato Gabrielli – loro ne rispondono”.

“La circolare

Gabrielli – ha aggiunto – contiene semplicemente un elenco più o meno indicativo di quelle che sono le disposizioni di legge. Il fatto che oggi qualcuno non faccia gli eventi perché non ha i soldi, mi fa sorgere il fondato sospetto che prima si facevano le cose così, perché si è sempre fatto. Credo che per certi versi sia più sopportabile l’etichetta di colui che attenta alla socialità pubblica, piuttosto che sacrificare vite umane”.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close