BOLOGNA – La Cassazione conferma la condanna a tre anni di reclusione, senza attenuanti, per maltrattamento di animali, contraffazione di passaporti canini e frode in commercio nei confronti di un 40enne reggiano, già noto alle forze dell’ordine per aver ‘importato’ più volte illegalmente dall’Ungheria cuccioli di cane tolti precocemente alle loro madri, e tenuti in condizioni drammatiche, al freddo e senza cibo né acqua, sottoposti anche prematuramente a vaccinazioni.
La pronuncia della Cassazione riguarda la scoperta di 112 cuccioli di diverse razze, tutti sotto i tre mesi di vita, trovati in un casolare fatiscente del lodigiano nel quale il 40enne li aveva ‘collocati’ in casse di plastica, al freddo, senza alcun accudimento, come la pulizia e la somministrazione di viveri, in condizioni che favorivano la diffusione dei virus. Alcuni cuccioli si erano ammalati e venivano tenuti in una stanza separata, con acqua gocciolante dal soffitto. Un cucciolo agonizzante, poi deceduto, venne abbandonato – nel blitz condotto dalle forze dell’ordine il 4 febbraio 2009 – in un freezer in disuso. Le vaccinazioni antirabbiche premature provocarono la morte di 30 cuccioli, per cimurro e parvovirosi canina.
Anche in primo grado e in appello l’uomo era stato condannato
a tre anni. Attenuanti negate dalla Corte suprema per “la assenza di resipiscenza, la sussistenza di un precedente penale specifico, l’elevato numero di cuccioli coinvolti, la gravità dei maltrattamenti, il contesto di commissione delle condotte”. Confermata anche, in favore della Lav che si era costituita parte civile nel processo, una provvisionale di 15mila euro. I cuccioli sopravissuti sono stati dati tutti in affidamento a famiglie quando vennero trovati nel casolare.