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Saldi al via, ecco il decalogo delle associazioni dei consumatori

Gen 4, 2018

Torna a ridosso dell’Epifania l’appuntamento con i saldi di fine stagione, che prendono il via in quasi tutte le regioni il 5 gennaio e dureranno circa sessanta giorni. Con alcune eccezioni: in Basilicata i ribassi sono già partiti oggi, in Valle d’Aosta il fischio d’inizio risuonerà domani, mentre la Sicilia posticipa al 6 gennaio e alcuni distretti della provincia di Bolzano al 17 febbraio. I negozianti, fiduciosi, promettono un’adesione di massa: circa 280.000 attività, compresi quasi tutti i negozi di abbigliamento, esordiranno con sconti generosi del 40%, svela uno studio Confesercenti-Swg. All’entusiasmo dei commercianti corrisponde quello dei clienti, che per la prima volta dopo anni, sempre secondo lo studio, torneranno a prendere d’assalto le boutique. Circa un italiano su due (il 47%) si ripromette di acquistare almeno un capo.

Le date dei saldi nelle principali città d’Italia
CITTA’ PERIODO
Milano (**) 5 gennaio – max 60 gg.
Torino (*) 5 gennaio – max 8 settimane
Genova (**) 5 gennaio – max 45 gg.
Venezia (**) 5 gennaio – 28 febbraio
Bologna (**) 5 gennaio – per 60 gg.
Firenze (**) 5 gennaio – per 60 gg.
Ancona (**) 5 gennaio – 1° marzo
Perugia (**) 5 gennaio – max 60 gg.
Roma (**) 5 gennaio – max 6 settimane
Napoli (*) 5 gennaio – max 60 gg.
Bari (**) 5 gennaio – 28 febbraio
Palermo (**) 6 gennaio – 15 marzo
Cagliari (**) 5 gennaio – max 60 gg.
Reggio Calabria (**) 5 gennaio – 28 febbraio

(*) Periodi determinati dal Comune, in base alla legge regionale / (**) Periodi determinati direttamente dalla Regione

Salgono fiducia e potere d’acquisto. Come ogni anno, sulle previsioni di spesa è un balletto di cifre. Per Confesercenti spenderemo in media circa 150 euro a testa, e l’86% si dice pronto a consumare come o più dello scorso anno. Appena più cauta Federmoda Confcommercio, che preannuncia un budget a persona di 143 euro: un po’ meno del 2017, per un giro d’affari complessivo di 5,2 miliardi di euro con 15,6 milioni di famiglie alle prese con lo shopping. “La fiducia dei consumatori è tornata ai livelli del gennaio 2016. Un ingrediente imprescindibile, oltre al potere di acquisto degli italiani, per sostenere i consumi. Il vero vantaggio sarà non vedere i prezzi dei negozi, dal primo gennaio, con l’Iva al 25%. Il Governo ha fatto bene ad ascoltarci” esulta Renato Borghi, presidente Federmoda.

Per Federconsumatori metteremo mani al portafogli per 181,20 euro (per nucleo) con un aumento del +0,7% rispetto al 2017. Ancora più ottimista l’Adoc, la quale alza il budget di spesa personale a 250 euro, mentre teme il flop il Codacons, per il quale solo il 40% della popolazione acquisterà, ‘investendo’ 168 euro a famiglia, complice l’eccessiva vicinanza con le festività, le promozioni costanti sul web, e l’effetto Black Friday che avrebbe già esaudito i sogni degli italiani.

Si parte con forti sconti. Lo sconto medio di partenza sarà del 30% per circa la metà dei negozi – rivela Confesercenti – mentre il resto delle boutique esporrà riduzioni comprese tra il 40 ed il 50% del prezzo di cartellino per sopperire a un anno ancora di difficoltà del settore moda: nel 2017 sono scomparsi 2.400 negozi, più di 6 al giorno. Tra le regioni più colpite Piemonte, Trentino, Umbria e Valle d’Aosta.

Le scarpe che vorrei. Chi si concederà una passeggiata tre vetrine di negozi e centri commerciali ha una priorità su tutte: rinnovare la scarpiera. Con la zeppa, sportive, comode. Sono le calzature, su cui per anni si è stretta la cinghia, il vero oggetto del desiderio (per il 28% degli italiani). A seguire capi di maglieria, pantaloni, articoli per la casa o capispalla, come cappotti e giacconi invernali.

Il decalogo anti-raggiri. Ecco dunque dieci regole fondamentali da tenere bene in mente per acquistare senza rischi:

1. Attenzione al cartellino: su ogni prodotto deve essere indicato per legge in modo chiaro e leggibile il vecchio prezzo, quello nuovo e il valore in percentuale dello sconto;

2. I prodotti venduti a saldo devono essere di fine stagione, non delle stagioni passate. La merce di risulta o di magazzino non può essere mescolata con i prodotti a ribasso;

3. Diffidare dei negozi che espongono cartelli con sconti esagerati, superiori al 50-60% (nascondono spesso merce non nuova) e delle vetrine tappezzate dai manifesti che nascondono i capi. Puntare sui punti vendita già conosciuti;

4. Attenzione alla presenza di merce venduta a prezzo pieno insieme ai vestiti in saldo. Per scoprire le irregolarità è bene, prima dell’avvio dei saldi, fotografare con il cellulare il prezzo pieno degli abiti per valutare la veridicità dello sconto;

5. Non fermarsi mai davanti alla prima vetrina. Confrontare i prezzi di diversi negozi, annotando il prezzo dei capi interessanti. Per non eccedere con le spese, in ogni caso, stabilire sempre un budget massimo di spesa;

6. Verificare che il capo in vetrina sia lo stesso presentato in negozio;

7. I negozianti che di solito accettano pagamenti con bancomat o carte di credito ed espongono il relativo logo sono tenuti anche durante i saldi ad accettare i pagamenti elettronici;

8. Spetta al commerciante consentire o meno la prova dei capi. Tuttavia è meglio diffidare degli abiti che possono essere solo guardati;

9. Occhio per i regali acquistati a saldo: si può cambiare solo la merce difettosa entro due mesi dalla scoperta del difetto. Conservare sempre lo scontrino;

10. Qualora il commerciante si rifiuti di cambiare un articolo difettoso o non voglia restituire i soldi rivolgetevi ai vigili urbani, all’ufficio comunale per il commercio o a un’associazione dei consumatori.

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