Lo scorso venerd Wixen Music Publishing ha depositato un’azione legale nei confronti di Spotify, accusandola di sfruttare migliaia di brani musicali senza un’adeguata licenza e chiedendo pertanto un rimborso di 1,6 miliardi di dollari. La notizia stata diffusa da Variety.
Wixen detiene le licenze di circa 200 artisti, tra i quali Neil Young, Tom Petty, i Beach Boys, Missy Elliot e Janis Joplin. “Prima del lancio negli Stati Uniti, Spotify ha tentato di ottenere le licenze lavorando con le etichette, ma nella gara per arrivare per prima sul mercato non riuscita ad impegnarsi adeguatamente per raccogliere tutte le informazioni necessarie e, di conseguenza, in molti casi ha mancato di ottenere le licenze per le composizioni facenti parte di ciascuna registrazione o di rispettare i requisiti della sezione 115 del Copyright Act” si legge nella documentazione depositata da Wixen.
Nello stesso giorno Spotify ha presentato una deposizione affermando che Wixen Music Publishing non ha concesso ai suoi clienti una finestra temporale sufficiente per chiamarsi fuori dall’azione legale. L’azione di Wixen, ultimo sviluppo di un contenzioso in corso da tempo sulla corretta suddivisione delle compensazioni, rappresenta la risposta al tentativo di patteggiamento di 43 milioni di dollari che Spotify ha cercato di portare avanti nei mesi scorsi con autori e case discografiche.
Un patteggiamento per poco gradito poich ritenuto non in grado di offrire alcun adeguato compenso n a Wixen stessa, n agli autori che rappresenta. Secondo le parole della casa discografica, la gestione delle licenze stata esternalizzata da Spotify ad Harry Fox Agency, che non dispone dell’infrastruttura adeguata a svolgere questo compito. Inadeguatezza, questa, che sarebbe stata nota a Spotify.
“Chiediamo solo di essere trattati correttamente. Non stiamo cercando un semplice indennizzo. Abbiamo stimato che i nostri clienti costituiscono tra l’1% e il 5% dei contenuti che questi servizi distribuiscono. Spotify genera oltre 3 miliardi di dollari di fatturato annuale e paga salari vergognosi ai suoi dirigenti e costi milionari per uffici di lusso in varie citt. Tutto ci che chiediamo un compenso ragionevole per i nostri clienti condividendo una parte minuscola del fatturato che incassano con i creatori dei prodotti che vendono” sono state le parole di Randall Wixen, presidente della casa discografica.