• 26 Dicembre 2024 4:24

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Pensioni, arriva la rivalutazione con un aumento dell’1,1%. Ecco le altre novità del 2018

Gen 1, 2018

Per i pensionati arriva un piccolo aumento e per chi vuole smettere di lavorare diventano pienamente operativi sia l’anticipo pensionistico volontario, che dovrebbe scattare a gennaio, sia quello ‘social’ con i costi a carico dello Stato. Quest’ultimo si allarga a più categorie: anche a disoccupati ed a chi assiste familiari invalidi o disabili. C’è poi un anticipo ad hoc, al massimo di 2 anni, per le mamme lavoratrici. Sono queste, in campo previdenziale, le principali novità che scattano con il nuovo anno.

Subito la rivalutazione – Con la rata di pagamento del 3 gennaio torna l’indicizzazione dei trattamenti, dopo due anni di blocco. Gli assegni saranno rivalutati in base all’inflazione del 2017 che è per ora provvisoriamente stimata pari all’1,1%.

Ape social di allarga – Si allarga la platea di chi può accedere all’anticipo pensionistico – Ape social – a carico dello Stato. Una prima tranche di lavoratori ha già potuto accedere a questo strumento e ha appena ricevuto questa indennità. Ma ora si ampliano i confini di utilizzo. A beneficiarne possono essere 15 categorie di lavoratori (prima erano 11) che hanno svolto attività considerate gravose ma anche per coloro che hanno 63 anni e sono disoccupati, oppure invalidi, oppure impegnati nella cura di parenti disabili.

Mamme, l’Ape social guarda ai figli – Per le mamme lavoratrici la possibilità di accedere all’anticipo pensionistico a carico dello Stato viene “pesato” in base ai figli. E’ previsto uno ‘sconto’ sull’età per andare in pensione pari ad un anno per ogni figlio, con un tetto complessivo di 2 anni.

Ape volontaria arriva in ritardo, ma arriva – Doveva partire a maggio ma, con i ritardi accumulati, dovrebbe partire a gennaio l’ape volontaria, dopo la firma delle convenzioni con banche e assicurazioni. L’Ape volontaria è la possibilità di anticipare l’andata in pensione attraverso una sorta di prestito da restituire. Il meccanismo, che vale per tutti i lavoratori, funziona così: si può andare in pensione dai 63 anni ottenendo un reddito che poi va restituito in 20 anni a valere sulla futura pensione.

Equiparazione uomo-donna – Si conclude nel 2018 il percorso iniziato sei anni fa che ha portato ad un allineamento dell’età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne che si attesta ora a 66 anni e 7 mesi per poi salire a 67 anni nel 2019. Il balzo è di un anno per le dipendenti del settore privato – che fino al 2017 potevano uscire a 65 anni e 7 mesi – mentre è di sei mesi per le lavoratrici autonome, che potevano uscire a 66 anni e un mese. (Ansa)

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close