dietro la prima grande fuga di notizie sul contenuto dell’inchiesta Consip che si potrebbero essere consumate macchinazioni e depistaggi, in uno scontro tutto interno ai carabinieri. In questo filone ( indagati il ministro Luca Lotti, il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e il comandante della Toscana Emanuele Saltalamacchia) non si esclude un ruolo, tutto eventualmente da chiarire, del colonnello Alessandro Sessa, l’ex vice capo del Noe interdetto assieme ad Alessandro Scafarto, il maggiore gi indagato con l’ipotesi di aver voluto incastrare Tiziano Renzi al procedimento Consip.
L’interrogatorio col gip di Roma per l’interdizione di un anno
Ma andiamo con ordine. I due ufficiali, Sessa (accusato di falso, rivelazione di segreto d’ufficio e depistaggio) e Scafarto (due episodi di depistaggio), oggi saranno interrogati dal giudice per le indagini preliminari Gaspare Sturzo, il magistrato che ha convalidato la richiesta della Procura di Roma di emettere la misura interdittiva per un anno. Sessa era il superiore di Scafarto al Noe, quando era stato delegato dai pm di Napoli a indagare su presunti illeciti avvenuti in Consip, la Centrale acquisti della pubblica amministrazione. Di certo, leggendo gli sms tra i due ufficiali indagati, Sessa parla col comandante di Stato maggiore dei carabinieri Gaetano Maruccia sul contenuto dell’indagine. Un atto dovuto, perch comunque Maruccia superiore di Sessa. Ma in questa fase che le informazioni sarebbero giunte anche ad altri soggetti dell’Arma.
Depistaggi e macchinazioni nell’Arma
L’ipotesi, tutta da verificare, che questa rivelazione del segreto sia giunta – in un secondo momento – al ministro Luca Lotti e al comandante generale Tullio Del Sette, accusati di aver poi riferito all’ex ad di Consip, Luigi Marroni, che la Procura di Napoli (il fascicolo stato trasferito a Roma in un secondo momento) stava indagando sulla stazione appaltante. A questa vicenda, potrebbe essere connessa anche la seconda rivelazione del segreto, quella risalente a dicembre scorso con la pubblicazione sul Fatto Quotidiano delle prime notizie sul caso Consip. Due rivelazioni del segreto, dunque, che potrebbero essere legate a un unico filo e nascondere veleni interni proprio all’Arma. Il 22 e il 23 dicembre scorsi il vice direttore del Fatto, Marco Lillo, in esclusiva mette a segno pi scoop sull’indagine, rivelando le iscrizioni al registro degli indagati di Del Sette e Lotti. Queste informazioni, dunque, potrebbero essere state passate alla stampa come una specie di vendetta contro il comandante Del Sette, ritenuto responsabile di aver ostacolato gli accertamenti riferendo a Marroni dell’indagine.
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