MILANO – Ore 9:30. Sedute interlocutorie per i mercati internazionali, dopo le prese di profitto scattate sui mercati asiatici e culminati nella seduta di mercoledì, quando gli indici dell’area hanno registrato il peggior contraccolpo dallo scorso dicembre. I timori geopolitici legati alla situazione di Israele restano sullo sfondo, mentre si attendono sviluppi dagli Stati Uniti, sia circa la riforma fiscale che dovrebbe uscire dal compromesso di Camera e Senato, sia per l’imminente rischio di “shutdown“, ovvero lo “spegnimento” delle attività amministrative americane in assenza di un accordo politico finanziario sul loro foraggiamento. I future mercati europei sono in leggero rialzo. Milano sale dell 0,15% dopo le prime battute, in linea con Francoforte, mentre Parigi sale dello 0,07% e Londra dello 0,05%. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è stabile in area 140 punti, per un rendimento del decennale italiano all’1,7%.
A Piazza Affari i riflettori si puntano su Carige, che ha chiuso l’aumento di capitale da 560 milioni di euro incassando sottoscrizioni per il 66% dell’offerta in opzione (per un ammontare di circa 331 milioni di euro) e del 77% per la tranche riservata, per altri 46 milioni. Risulta invece non sottoscritto il 34% delle nuove azioni offerte, per un controvalore intorno ai 167 milioni.
L’agenda macroeconomica prevede la presenza ufficiale di Mario Draghi alla conferenza stampa della Bank for International Settlements. Mentre il Parlamento continua a discutere del ddl di Bilancio, l’Istat rilascia i dati sul mercato del lavoro del terzo trimestre. Per l’Eurozona si prevede il Pil trimestrale, per la Germania la produzione industriale (in calo dell’1,4% mensile a ottobre, +2,7% su anno) e per gli Usa le richieste settimanali di sussidi per la disoccupazione. Intanto il Bitcoin continua la sua volata e schizza oltre 14.000 dollari, segnando un nuovo record storico. Solo il 29 novembre aveva superato i 10.000 dollari.
L’euro apre stabile sotto 1,18 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,1788 dollari e a 132,70 yen. Sale il dollaro/yen a 112,23, mentre la sterlina arretra sul dollaro a 1,3372.
La Borsa di Tokyo ha chiuso stamattina in netto rialzo, con l’indice Nikkei in progresso dell’1,45% a 22.498,03 punti. La seduta di ieri a Wall Street è finita all’insegna dell’incertezza: il Dow Jones, che nel 2017 ha messo a segno 64 record, ha chiuso in lieve calo (-0,16%). Anche l’S&P 500 (-0,01%) non ha saputo mantenersi in positivo archiviando – seppur per un soffio – la quarta giornata di fila in calo, la serie temporale negativa più lunga dallo scorso marzo. Grazie invece al rally dei titoli tecnologici, il Nasdaq (+0,21%) è riuscito a terminare gli scambi in rialzo dopo tre sedute consecutive in ribasso. Il riconoscimento da parte di Donald Trump di Gerusalemme come capitale d’Israele continua a preoccupare il mondo arabo e l’Europa, ma il mercato ha ignorato la questione mediorientale. Anche lo spettro di una paralisi de governo, che potrebbe scattare venerdì alla mezzanotte di Washington, non è per il momento temuta per quanto il presidente Usa non abbia escluso lo “shutdown”.
Il prezzo del petrolio è stabile, dopo essere sceso ieri sulla scia dei dati sulle scorte settimanali Usa. Le giacenze scendono più del previsto ma la produzione registra un nuovo livello record. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti cedono di un cent a 55,95 dollari e quelli sul Brent avanzano di 6 cent a 61,28 dollari al barile.