Mentre il Pd e le associazioni antifasciste si mobilitano in vista del 9 dicembre, i commercianti di Como esprimono la loro contrarietà alla manifestazione indetta dopo il blitz degli skinheads che martedì scorso ha interrotto l’assemblea di ‘Como senza Frontiere’, rete di associazioni che si occupano anche dell’accoglienza dei migranti. Tutto nel giorno in cui anche da Milano, dove è comparsa la scritta ‘Duce a noi’ a cancellare ‘Bella Ciao’ su un cavalcavia, si moltiplicano gli appelli alla partecipazione.
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La ragione viene motivata in una lettera inviata dal presidente di Confesercenti Claudio Casartelli al sindaco e al prefetto di Como: un “pregiudizio economico notevole” per i negozianti in uno dei giorni di “massima vendita” data la coincidenza col Ponte dell’Immacolata.
Sabato, nel mezzo del Ponte dell’8 dicembre – si legge nella lettera – “è una giornata in cui tradizionalmente a Como si riversano migliaia di persone per gli acquisti Natale e per partecipare alla Città dei Balocchi (tradizionale festa nella cittadina per bambini e famiglie a tema natalizio, ndr): se la città di Como risultasse bloccata per la manifestazione nazionale, gli esercenti e gli ambulanti sarebbero costretti forzatamente a rinunciare al guadagno di una delle giornate di massima vendita. Il pregiudizio economico per questi lavoratori sarebbe notevole e non
comprensibile: i nostri associati ci hanno già manifestato tutta la loro preoccupazione”.Il comunicato si chiude con la preghiera al sindaco di centrodestra Mario Landriscina e al prefetto di “valutare l’opportunità di una manifestazione in altra data che sia compatibile con l’ordinato svolgimento delle altre manifestazioni sociali ed economiche in corso a Como, così da “non penalizzare le attività commerciali e i cittadini”.