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MAUTO, in attesa della nuova direzione un bilancio dell’attività svolta

Dic 1, 2017
MAUTO, in attesa della nuova direzione un bilancio dell'attività svolta

Una lunga storia

Nel 1932 Carlo Biscaretti di Ruffia ebbe la sensibile e faticosa idea di fondare il Museo dell’Automobile a Torino. Fu sua l’idea, lo sforzo e sue le prime auto esposte, poste parallamente alla cosiddetta “via del mare”, idealmente pronte a partire. L’architetto Amedeo Albertini disegnò la struttura con quella modernità italiana che si studia solo all’estero, che piaceva tanto a nomi del calibro di Le Corbusier. Di questi è parcheggiata all’interno la sua “Voiture Maximum”, in legno, realizzata e donata da Giugiaro al Mauto.

Una posizione strategica

Il museo, quasi affacciato sul Po, è a due passi dal Lingotto di Trucco e da “Italia ’61”, quartiere dalla fantascienza alla fatiscenza, progettato da firme come Pier Luigi Nervi, Tom Tjaarda per la celebre monorotaia, il tutto di grande fascino. In sintesi il museo rappresenta la punta di diamante di un potenziale triangolo d’oro torinese.

Buoni traguardi

Il Mauto nell’ultimo decennio ha saputo rinnovarsi, espandersi ed organizzarsi, al punto di essere tra i primi dieci musei più visitati d’Italia con il 70% di visitatori stranieri: un’ottimo risultato.

Il museo è divenuto senza volerlo il riferimento dell’automobile torinese nel mondo, dopo che le produzioni hanno subito una delocalizzazione quasi completa. Se l’Emilia annovera i primati elitari di cui tutti sanno, Milano purtroppo non produce più auto da quel dì e le famosissime Carrozzerie storiche torinesi rimaste, non sono più italiane.

Per questi motivi la nostra attenzione sulla buona vitalità di questo stupendo museo sono massime: oggi si è alle prese con la difficile elezione del nuovo direttore, successore dello “storico” Rodolfo Gaffino Rossi, che tantissimo ha saputo dare a questa istituzione.

BIG FIVE: una prospettiva di eccellenze nel contesto internazionale

Mentre si affronta il bando per il nuovo direttore, ecco affacciarsi una nuova iniziativa di grandissimo respiro, suggerita con lungimiranza dal Presidente Benedetto Camerana. In occasione di InterClassics, dal 17 al 19 novembre a Bruxelles è stata presentata ufficialmente la rete costituita dai cinque più importanti musei dell’automobile d’Europa: il National Motor Museum (UK), la Citè de l’Automobile/ Shlumpf Collection di Francia, l’Autoworld Museum del Belgio, il Louwman Museum d’Olanda e ovviamente il nostro Mauto. Queste realtà conservano le più grandi collezioni museali d’auto al mondo, e destano l’attenzione di migliaia di visitatori ogni anno.

La strategia di questa collaborazione – dice Camerana – è volta a valorizzare a livello internazionale il Mauto. Questo ci lascia intendere le ambiziose e delicate strategie che il futuro Direttore dovrà saper mettere in campo nell’immediato. L’enorme valore qualitativo del museo italiano dovrà infatti fare i conti con le possibilità e le capacità anche economche delle omologhe realtà europee.

Siccome la maggior parte dei visitatori – sempre in aumento – del Mauto sono stranieri appunto, sarà d’obbligo “saper parlare italiano a livello internazionale”, affinche anche il Mauto non parli straniero in Italia.

Ad InterClassics il Mauto porterà tre sue vetture molto importanti, la Cisitalia 202 SMM Spider Nuvolari del ’47 progettata da Savonuzzi, la bresciana OM 469 N del ’22 e la Fiat mod.520 del ’28, prima auto italiana con la guida a sinistra, appartenuta alla madre di Gianni Agnelli.

Mauto in raid, come la sua Itala

Sempre a livello internazionale si sono strette collaborazioni e legami ad esempio con il Museo del Politecnico di Mosca, nella figura di Sergey Rikov, giungendo a solidi accordi firmati con il Museo del Politecnico di Tashkent. Sempre più ad Est si è giunti al Museo Nazionale Cinese dell’Automobile di Pechino, per poi tornare verso il Musèe National Du Sport di Nizza, per la mostra “MOTEURS. Entre terre, ciel et mer:laventuredes sports mècaniques”.

Le giurie dei concorsi d’eleganza vogliono il Mauto

Lo scorso settembre il Direttore Rodolfo Gaffino Rossi è stato invitato a far parte della giuria della prima edizione del Concorso di Eleganza “Lamborghini and Design” a Neuchatel – patria di Le Corbusier – e ha avuto incarico, date le sue riconosciute capacità, di Presidente della Giuria dello Yanqi Island Concours d’Elegance, promosso da Autobild China.

Al Motor Show di Bologna (2-10 Dicembre)

Il Mauto sarà presente anche all’imminente Motor Show di Bologna con quattro eroiche auto da corsa: la Temperino mod 8/10 hp, la Monaco-Trossi da competizione, la Itala mod.11 e la Monaco – Nardi, mod.Chichibio. In quest’occasione lo stand presenterà grandi sorprese dalla raffinatezza singolare. Collocare il passato nella festa consueta del Motor Show è un gesto forte: rivitalizza il contesto culturale, farà certamente nascere a qualcuno la voglia di interpretare in chiave moderna mezzi così veri e darà quell’arricchimento culturale necessario a completare lo spirito dell’evento.

E’ nato il Centro di Restauro: un capitolo di fondamentale importanza

Molti lancisti stranieri ad esempio portano i loro capolavori in Inghilterra all’ora del restauro. Fanno bene da un lato, infatti questo marchio che fu superiore a tutti per decadi, guardiamo ora come lo consideriamo qui da noi… Anche a fronte di questo vero dispiacere, il Mauto ha creato il primo polo formativo specializzato nel restauro di vetture d’epoca, grazie all’accordo con il Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali “La Venaria Reale”. Finalmente il patrimonio storico automobilistico italiano trova riferimento fisico nell’avvicinarsi ad un dialogo anche con le istituzioni. Questa iniziativa potrebbe innescare un processo virtuoso legato al restauro e alla conservazione delle automobili storiche dalla portata incalcolabile, per l’Italia e per Torino.

Ottimi appuntamenti di grande interesse

Oltre al Centro di Restauro è stata di grande portata e valore l’istituzione di periodici appuntamenti con il car-design: il premio “Matita d’Oro”, volto a presentare e premiare i grandi designers italiani e stranieri del Novecento, è subito diventato un prezioso momento di valore storico e di grande attualità di cui non sapremo più fare a meno. Il Novecento è caratterizzato da creazioni ormai mitologiche fatte però in grande semplicità, perdendo spesso i documenti su cui si abbozzavano i pochi disegni e senza sapere mai del tutto di chi fosse davvero il progetto realizzato: questi premi sono significativi anche per fissare nella storia con precisione preziosissimi archivi altrimenti molto precari e caduchi. Questa memoria storica è preziosa difesa e stendardo della figura del car designer, considerato erroneamente sempre o un artista quando è bravo o un operatore anonimo quando sconosciuto, ma quasi mai un professionista di una categoria a sé.

E’ poi importante far chiarezza sulle attribuzioni e la vera paternità dei lavori dell’immediato passato, che vede altrimenti nomi altisonanti in posti indebiti e viceversa. Insomma, la “Matita d’Oro” accenderà animi, ricordi, discussioni e soprattutto ispirazioni e consigli per il futuro. Molto bene.

Altri eventi molto curati hanno costellato il calendario del Mauto destando molto interesse e solleticando ricordi ancora vividi: la mostra de “Le auto dell’Avvocato”, dedicata alle auto di Gianni Agnelli, quella “Martini Rossi. Inseguendo il mito”, dedicata ai successi della Martini Racing, l’interessantissima “Modus Vivendi”, e tanto altro. Da segnalare anche la collaborazione consolidata con PARATISSIMA per “Hit Parade” , fino alla retrospettiva “Giugiaro e il suo percorso”.

PARATISSIMA: dal 24 novembre al 21 gennaio

Il Museo ospita per la seconda volta la rassegna d’arte, moda e design, promossa da Paratissima.

In questo contesto variegato, che ospita i lavori di 33 artisti, tra emergenti e non, il Mauto ha istituito il Premio Mauto della Creatività, rivolto all’artista “che maggiormente dimostra creatività nelle forme, nell’utilizzo dei materiali, nell’innovazione e nel design”.

Oltre ad ospiti d’onore, a gennaio si gestirà addirittura un laboratorio didattico con la collaborazione di alcuni degli artisti presenti.

La prima autovettura in Italia riparte e vince

Mentre elenchiamo tutte queste iniziative e attività, la piccola Peugeot Tipo 3 – prima vettura circolante in Italia, di proprietà del Mauto – si è stufata di star ferma nel museo ed ha partecipato alla “London to Brighton Veteran Car Run 2017”, per sgranchirsi le molle. In quest’occasione ha felicemente conquistato il premio “Most Historic Veteran Car” al Concorso di Eleganza al The Regent Street Motor Show. Anche quest’iniziativa di partecipazione internazionale è stata lodevole e segno di grande professionalità del Mauto. Premiandola gli inglesi hanno certamente riconosciuto l’importanza di quest’auto e ce ne rallegriamo.

Un bando col fiato sospeso

Poter constatare i risultati notevoli ottenuti dal Museo Biscaretti dopo il suo recupero, sotto la direzione di Rodolfo Gaffino, ci lascia contenti e ben disposti. Sapere che Gaffino se ne va, dopo averlo imparato a conoscere e aver letto tra le righe a quante difficoltà il museo ha dovuto andare in contro per poter procedere, ci muove però anche malinconia e apprensione: avremo un degno successore? Il bando è stato riproposto, segno che qualcosa ha mosso più dubbi del previsto. La seconda tornata ci consegnerà certamente il nuovo direttore, che andremo subito a salutare. Proseguirà questa felice evoluzione del Mauto? Ne siamo certi, Biscaretti dall’alto non perdonerebbe!

Alessandro Sammartini

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