MILANO – Ore 9.15. Listini europei positivi nel Vecchio Continente dopo la chiusura mista registarta ieri a Wall Street, con il Dow Jones che ha migliorato ancora il proprio primato e il Nasdaq che ha chiuso in calo spinto al ribasso dal settore tecnologico, in affanno per tutta la seduta. MIlano guadagna in avvio lo 0,16%, Londra lo 0,3% mentre Parigi flette dello 0,06%.
I cali nel settore tecnologico hanno coinvolto anche i mercati asiatici dove però Tokyo è riuscito ad archiviare la seduta in rialzo grazie all’indebolimento dello yen che ha avvataggiato tutto il settore dell’export. A fine giornata l’indice Nikkei ha mostrato un progresso dello 0,57% a 22.724,96 punti, mentre il Topix è salito dello 0,33% a 1.792,08 punti.
Sul fronte valutario l‘euro si rafforza ancora sul dollaro. La moneta unica viene scambiata a inizio seduta a 1,1871 dollari contro i 1,1850 di ieri. La divisa Usa perde posizioni nonostante i segnali positivi in arrivo dagli Usa sul fronte della riforma fiscale con i Repubblicani al lavoro sulle limature del testo in vista della discussione e del voto. Non sono cadute nel vuoto poi le preoccupazioni espresse ieri dalla presidente uscente della Fed Janet Yellen, a proposito del rischio che la riforma impatti eccessivamente sul debito pubblico americano. Lo spread resta ai minimi, a 139 punti con il rendimento dei decennali italiani è stabile all’1,78%.
Sul fronte più strettamente macro in mattinata verranno diffusi per l’Italia e la zona euro aggiornamenti su prezzi al consumo e tasso di disoccupazione (consenso, nel caso dell’eurozona, fissato a +1,6% e 8,9%). Oltre al consueto aggiornamento sulle nuove richieste di sussidio, per quanto riguarda gli Stati Uniti sono in calendario le statistiche su bilancia delle partite correnti, l’indice dei prezzi PCE, redditi-spese e il Chicago Pmi.
Il prezzo del petrolio inverte la rotta dopo i cali degli ultimi giorni, mentre i mercati guardano alla riunione di Vienna, dove Paesi Opec e non Opec discuteranno del prolungamento dei tagli alla produzione. L’estensione dell’attuale intesa che scade a marzo è data praticamente per certa, mentre si dovrà trattare per decidere la durata dell’accordo. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti salgono di 19 cent a 57,49 dollari e quelli sul Brent crescono di 35 cent a 63,43 dollari al barile.