Marché aux Puces, 28 Novembre 2017. C’è voluta tutta la stagione perché ci rendessimo conto che è finita secondo la più semplice e “logica” evoluzione della Storia. Ogier e M-Sport continuano, sotto la benedizione e la formidabile spinta del fautore di una delle più esaltanti avventure del WRC, sicuramente l’inaugurale del Regolamento WRC Plus che resterà negli annali e nella memoria come un inizio vincente, straordinario. Certo, gli elementi di disturbo, le distrazioni e i colpi di scena sono stati molti, e soprattutto somministrati con micidiali tempismo e frequenza. Da metà stagione in poi, man mano che prendeva sempre più corpo l’ipotesi della riconferma di Ogier sul tetto del Mondo, è diventata una questione esasperante. Per tutti a iniziare dallo stesso Pilota che, seppure reo di lasciare che le carte si ingarbugliassero, poteva anche farla finita prima. Teorie, supposizioni, “certezze” in caduta libera. Tanto è vero che la destinazione del 5 volte Campione del Mondo è stata perfezionata più volte, in un senso e nell’altro, a volte addirittura in contro tendenza, contro direzione e contro logica, creando un castello di cartone di supposizioni e di ipotesi che per sua natura non poteva che cadere disintegrandosi e pure senza creare alcuna reale contraddizione, tanto era irreale la piattaforma su cui poggiavano le più disparate teorie.
E va da sé che ci hanno provato tutti, probabilmente anche Peugeot Italia che, si dice, vorrebbe pian piano iniziare a pensare, pur con la dovuta calma e riflessione, anche ad un’eventuale dopo-Andreucci. Qualcuno lo ha fatto clamorosamente, lasciandosi sfuggire dalla tasca i pizzini della trattativa, immediatamente raccolti dal segugi, altri in segretissima forma. Toyota veniva da un rifiuto abbastanza secco dello scorso anno, che si è risentito anche durante questa stagione, e Hyundai l’ha fatto discretamente, ma l’ha fatto. E come dar torto a chi ha pensato anche per un solo momento di poter garantirsi i servizi del Migliore Piota del momento, dell’era e, forse, del futuro? Michel Nandan si è quasi scusato: “Che avreste fatto voi? Era naturale che ci pensassimo un po’ tutti. Starsene in disparte avrebbe anche potuto essere un errore!”
Chi ha fatto tutto e il contrario di tutto, invece, è stata Citroen. Che ha rifiutato lo scorso anno (gergo preso in prestito dall’ippica per indicare una trattativa che si ferma davanti all’ostacolo e rifiuta di superarlo), poi ha rilanciato allo scoperto quest’anno a metà stagione, nel momento in cui ha “rinunciato” a Mikkelsen, e quindi si è ritirata per inaccessibilità, si dice, economica dell’Asso che conta ormai cinque Titoli di Campione del Mondo e che, a voler essere competitivi è né più né meno che una priorità assoluta. Forse c’era ancora un po’ di vecchia ruggine, o forse no, sta di fatto che restavano due ipotesi. Quella di M-Sport e quella del… ritiro, fantastica ma portata in palmo di mano come realistica.
Dunque Malcolm Wilson, il Mago di Dovenby, ha riunito i 240 Uomini del suo Reparto Corse e, come lo scorso anno, giocato istrionicamente fino all’ultimo… Steve Jobs. Ha detto che le trattative sono state lunghe, snervanti, che c’era sempre qualcosa da definire nel dettaglio, anzi, che c’era ancora qualcosa sul piatto delle trattative. A quel punto Sébastien Ogier “non ci ha visto più”, ha strappato il foglio dalle meni del Deus Ex Machina di M-Sport e, fattasi prestare una penna, ha firmato nel delirio generale il contratto che lo lega per un anno ancora alla Squadra con la quale ha stretto un singolare patto di alleanza alla fine della scorsa stagione e con la quale ha vinto il suo quinto Titolo, mai veramente in discussione sin dalle prime battute del Campionato. Insieme a Ogier è confermato anche il Navigatore Julien Ingrassia, che le chiacchiere esasperate e esasperanti delle ultime settimane volevano in crisi a causa degli incidenti patiti durante la stagione. Va a posto anche il tassello Evans, e il mosaico è completo. Elfyn non era in discussione, tutt’altro, ma è una pedina importante nell’ottica di sviluppo della Fiesta Campione del Mondo.
E Ford? C’è anche la Casa, senza dubbio. Non nella forma che ci si aspettava e che sembrava essere la variabile chiave dell’accordo, ma c’è. Un taglio po’ più europeo, più “continentalmente” vicino alle esperienze del recente passato, ma c’è.
E sono, in questo modo, tutti contenti. Tutti? Beh, non ci giurerei!