di Alessandro Vocalelli
domenica 19 novembre 2017 09:00
ROMA – Il campionato è tornato con tutta la sua elettricità, i suoi lampi, la sua bellezza, attenuando almeno per un giorno la delusione per l’eliminazione Mondiale. Le polemiche no, quelle restano, parallele al gol di Insigne (Lorenzo, quanto saresti servito a San Siro…) insieme alle dichiarazioni che fioccano, con Ancelotti più lontano dall’azzurro, Allegri che lascia intendere tutto il suo disappunto e il fronte anti Tavecchio che sembra allargarsi e rende la partita ancora da giocare. Insomma, da domani – con il Consiglio Federale – tornerà d’attualità la Nazionale, con le sue grandi manovre e un futuro tutto da scrivere.
Ma in questo week end, ed è una fortuna, la vetrina è monopolizzata dal calcio giocato. A cominciare da un derby, quello dell’Olimpico, che il pubblico ha onorato con lo struggente ricordo di Gabriele Sandri e la Roma ha vinto più che meritatamente, grazie ad un prezioso lavoro di squadra. Ha vinto Di Francesco, che ha messo in campo una squadra compatta, coraggiosa, con Perotti che è entrato spesso dentro al campo nel primo tempo per poi allargarsi nella ripresa, mettendo in difficoltà i difensori avversari. Hanno vinto i giocatori, a cominciare appunto da Perotti, passando per la spina dorsale composta da Fazio, De Rossi e Dzeko: questione anche di chili e di centimetri. Ha vinto la diplomazia della società, che ha saggiamente accompagnato il ritorno a casa di due protagonisti: Kolarov, sollevato dal secondo impegno con la Serbia e Nainggolan, subito a curarsi dopo l’infortunio all’inguine riportato con il Belgio. Proprio loro, pensate un po’, sono stati i match winner, con il rigore procurato e la rete che ha deciso alla fine la partita. Già, perché poi c’è stato il rigore di Manolas ad infiammare il finale. Ma, pur tra mille difficoltà atletiche e il Ninja costretto sofferente ad uscire, la Roma ha tenuto il campo, patendo solamente l’arrembaggio della Lazio e l’ingresso di Lukaku. E questo è l’interrogativo più gettonato in casa biancoceleste: perché rinunciare a quell’esterno di corsa e di forza, protagonista dei derby vinti lo scorso anno? Una domanda a far da contraltare, sempre in relazione ai derby della passata stagione, alla presenza di Perotti. Lui, che in questa occasione è stato come detto uno dei protagonisti assoluti, non c’era invece – se non in panchina – in occasione delle partite vinte in campionato e in Coppa Italia da Simone Inzaghi. Storie di calcio giocato, quello che ci piace di più, storie di uomini e di un campionato che comunque ha ribadito una realtà assoluta. La Roma di Di Francesco sta brillando in Italia e all’estero con una gestione della rosa formidabile. C’era solo Kolarov, in campo, dei nuovi acquisti e preziose si stanno rivelando le seconde e addirittura terze linee della passata stagione: abbiamo detto di Perotti, per arrivare a Bruno Peres, Gerson e Juan Jesus. Tre giocatori rilanciati in un momento delicato – dall’infortunio di Karsdorp ai problemi di Schick – che la Roma e Di Francesco stanno gestendo in maniera straordinaria. Con il tecnico che ha tenuto fede alle parole («Ce la giochiamo per vincere, senza assolutamente snaturarci») pronunciate anche nel forum al nostro giornale.
È poi toccato al Napoli ribadire la propria forza e consolidare un primato in classifica raggiunto con i suoi triangoli in movimento continuo, un calcio accecante, bellissimo. Come detto ci ha pensato Insigne a sbloccare – con il conforto perfetto del Var – una gara che il Milan ha onorato, uscendo comunque a testa alta, provando a rimetterla in discussione dopo la rete gioiello di Romagnoli. Troppo tardi però, contro una squadra che sa quello che vuole e sta ribaltando il vecchio concetto che vince alla fine la difesa migliore. Il Napoli ha trovato un suo assetto preciso, con Koulibaly a livelli mostruosi, in cui gli attaccanti sono i primi a darsi da fare in fase di contenimento ma i difensori – allo stesso momento – sono i primi ad offrire un’idea di gioco: mai un pallone sprecato o un rinvio alla ricerca di un po’ di fortuna. Il Napoli, lo spettacolare Napoli di Sarri, è uno spot formidabile per questo sport. A cui la gente è legata, bastava vedere ieri il San Paolo e l’Olimpico, da una passione – questa sì – davvero Mondiale.