MILANO – Le azioni di responsabilità a carico degli ex amministratori delle banche venete potrebbero portare a richieste di risarcimento fino a 4 miliardi di euro. È quanto evidenzia oggi Repubblica in edicola, ripercorrendo i passaggi che hanno portato al dissesto di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Per gli ex manager il danno da risarcire potrebbe toccare i 2 miliardi di euro per ciascun istituto, anche se si tratta di una cifra più virtuale che reale, vista l’entità della somma e la difficoltà nel recuperare le somme dai presunti responsabili. È il caso ad esempio dell’ex dominus di Bpvi, Gianni Zonin, che ha tempestivamente trasferito il suo patrimonio ai figli, mettendolo quindi al riparo da possibili azioni legali.
Intanto sono giorni cruciali per le sedute della commissione di inchiesta sulla banche. Oggi sono intervenuti i commissari liquidatori nominati dal governo contestualmente alla messa in liquidazione dei due istituti a giugno. Fabrizio Viola, commissario e anche ex presidente di Popolare di Vicenza e membro del cda di Veneto Banca, ha fornito un po’ di numeri sullo stato di salute delle banche, private di gran parte degli asset ceduti a Intesa Sanpaolo. “La struttura dell’attivo di Veneto Banca, fa sì che più dell’ 80-85% dell’attivo è costituito da crediti deteriorati, quindi solo una componente limitata è costituita da attivi finanziari e partecipazioni. La conclusione è che il rimborso del passivo dipenderà dalla recuperabilità dei crediti deteriorati”, ha detto.
Giustino Di Cecco, altri commissario liquidatore, ha invece posto l’accento sul tema dei debitori, spiegando le prime 100 posizioni nella lista consegnata con i nomi dei debitori di Banca Popolare di Vicenza, equivalgono “a 1,2 miliardi di euro rispetto al totale delle sofferenze, un numero significativo. Di queste prime cento, 21 rappresentano 519 milioni e sono oggetto di richiesta di risarcimento danni per criticità nel processo di erogazione dei finanziamenti. Inoltre, 10 posizioni pari a 186 milioni sono di clienti che hanno sottoscritto capitale”.
“Per quanto riguarda le altre 100 posizioni a incaglio”, cioè di persone che hanno intenzione di pagare, “queste corrispondono a 1,7 miliardi, il 40% del totale. Di queste prime cento, 22 posizioni valgono 671 milioni e sono oggetto di risarcimento del danno richiesto a ex esponenti aziendali. Infine, 31 posizioni rappresentano 588 mln e sono di clienti che hanno sottoscritto finanziamenti baciati”, ha aggiunto Di Cecco. Per quanto riguarda i risarcimenti verso i risparmiatori danneggiati, Di Cecco ha concluso: “Dipendono dai tempi di recupero del credito. Bisogna essere onesti, non sono di qualche mese ma di qualche anno”.
L’elenco dei nomi dei grandi debitori dei due istituti – ha comunque assicurato il presidente della commissione Pier Ferdinando Casini – “rimarrà secretata perché sono atti riservati”. La pubblicazione dell’elenco da parte della stampa “non ci interessa, non siamo noi a fare uscire i giornali”.
Ma i fari sono puntati soprattutto sull’appuntamento di govedì, quando torneranno in audizione il capo della Vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo e il direttore generale della Consob in una sorta di confronto “all’americana”, cioè uno contro l’altro, per provare a fare chiarezza su alcune incongruenze emerse nei loro singoli interventi, la scorsa settimana.