Non era certo il modo in cui pensava di festeggiare il 4° titolo iridato, ma proprio nel giorno più bello la sorte si è accanita su un incolpevole Hamilton: un opaco 9° posto dopo una difficile rimonta, ma il risultato che contava davvero era ben altro. E allora voto 7 per la gara (da solo il duello con Alonso vale un punto in più) e voto 10 per il titolo iridato conquistato in una stagione in cui ha dimostrato di essere una spanna sopra tutti, Vettel incluso, al di là dello straordinario mezzo a disposizione.
A rubargli la scena, in Messico, è stato un Verstappen in formato gigante: velocissimo fin dalle prove, in gara ha costruito la vittoria alla prima staccata dove con una manovra azzardata ma corretta ha sorpassato Vettel. Da lì in avanti non ce n’è stato per nessuno, e come nessun altro l’olandese danzava nella lunga doppia S veloce che caratterizza la seconda metà della pista messicana: con l’auto in perfetto traverso, a velocità che noi umani non oseremmo nemmeno con i videogames, con la sensazione di essersi giocato ogni volta il jolly mentre ogni volta evidentemente l’olandese aveva tutto perfettamente sotto controllo. Voto 10, immenso.
Secondo Bottas, ma nemmeno con questo risultato il finlandese è tornato davvero a convincere, perchè con una Mercedes neo-iridata avrebbe il dovere morale per lo meno di provare a insidiare Verstappen, e invece niente. Peccato perchè in qualifica nell’unico giro buono si era espresso a livello di Hamilton. E allora voto 7: bravo, però ancora una volta si può fare di più.
Sicuramente poteva e doveva fare di più Raikkonen: tanto era stato brillante ad Austin, tanto è apparso spento in Messico. In qualifica ha preso 8 decimi (!) da Vettel, praticamente una vita, e in gara si è trovato a lungo dietro le Force India e perfino la Renault di Hulkenberg (finché il tedesco è rimasto in gara) senza dare l’impressione di poterle passare, e questo con una Ferrari da pole position dovrebbe far riflettere. Il podio è arrivato di mestiere, tra l’altro ad una vita da un non irresistibile Bottas. Voto 6, la luce si è spenta di nuovo.
Alle sue spalle, Vettel ha rimontato come ha potuto dopo il disastro del primo giro. Disastro che per inciso è solo colpa sua: prima si è fatto superare da Verstappen (per quanto la lunga distanza tra il semaforo e la prima curva in Messico favoriscano il recupero di chi è dietro) e poi è franato addosso ad Hamilton nel cambio di traiettoria, senza un vero perchè. Peccato perchè al sabato aveva davvero tirato fuori un giro magico. Facendo una media molto approssimativa, voto 6, ma è una sufficienza più aritmetica che di sostanza: ancora una volta tra grandi alti e grandi bassi, con più di un interrogativo irrisolto. Ma da un campione come lui le aspettative – anzi le pretese – sono ben altre.
Sempre più perfetto invece, alle sue spalle, Ocon che nella gara di casa per Perez surclassa nettamente il compagno di squadra e conquista un’altra volta la “vittoria degli altri”, in un gran premio che lo vede correre tra i grandi senza alcun complesso di inferiorità. Voto 9, fenomeno emergente.
Ottimo 6°, un po’ a sorpresa, Stroll: con il canadese siamo sempre un po’ critici, però sarebbe sbagliato addebitare il suo risultato solo ai problemi di Hamilton, Vettel e Ricciardo (ma volendo possiamo metterci dentro anche Hulkenberg) perchè stavolta il debuttante della Williams ha disputato tutta la gara con un buon ritmo e senza particolari errori, dopo una qualifica in cui non erano mancate le sbavature e l’ennesima batosta presa da Massa sul giro secco. E allora intanto voto 7, poi a fine anno tireremo le somme.
A proposito del brasiliano: chiude fuori dai punti, ben più indietro rispetto al compagno di squadra. Certo, la foratura lenta che lo costringe ai box già dopo pochi giri gli scombina i piani, ma con gomme più fresche non riesce a fare la differenza. La verità è che in gara gli manca proprio il ritmo. E nel sorpasso di Vettel cerca abbastanza deliberatamente di mandare fuori pista il tedesco: suvvia Felipe, alla tua età certe cose non si dovrebbero più fare… voto 5, inadeguato.
7° posto un po’ incolore per Perez, che ancora una volta in casa forse viene un po’ tradito dall’emozione, fatto sta che non si esprime sui livelli a cui ci ha abituati, e il confronto con Ocon lo vede nettamente perdente. Voto 6, distratto.
Gran bel 8° posto invece per Magnussen, che nel giorno in cui Grosjean ne combina di ogni (voto 5: ma l’esperienza non dovrebbe essere il suo valore aggiunto in squadra?) trascina la Hass ad un solo punto in classifica dalla Renault. Il danese stavolta non sbaglia niente e conferma ancora di più che quando si corre a metà classifica la concretezza paga più di tutto. Voto 7,5, efficace.
Alle sue spalle il già citato neo-campione Hamilton e quindi un Alonso ancora una volta in formato maxi: avrà anche deciso di concedersi qualche digressione in altre categorie lo spagnolo, ma quando si tratta di muovere un volante di F1 non conosce distrazioni, lottando come un leone per portare a casa un punticino. Voto 8 per la tenacia.
E voto 8 al duello tra Hamilton e Alonso, che ha fatto venire un gran magone a tanti appassionati di F1 perchè il disastro della McLaren-Honda davvero ha privato la F1 di un assoluto protagonista. Vorremmo tanto vederli lottare in questo modo, ruota a ruota, tutte le domeniche e siamo sicuri che piacerebbe un sacco anche ai diretti protagonisti…
GP Messico 2017, i voti
Verstappen 10
Ocon 9
Alonso 8
Duello Hamilton-Alonso 8
Magnussen 7,5
Hamilton 7
Bottas 7
Stroll 7
Raikkonen 6
Vettel 6
Perez 6
Massa 5
Grosjean 5