la crisi umanitaria pi grave dopo la seconda guerra. Lo ha detto oggi il Papa, a proposito dei 65 milioni di profughi nel mondo oggi, incontrando gli ex alunni dei gesuiti, dopo un loro convegno su migrazione globale e crisi dei rifugiati. Anche se conflitti come quelli in Siria o in Sud-Sudan, ha detto,
sembrano irrisolvibili, bisogna farsi carico della tragedia umana dei rifugiati.
Papa visita neonati e malati terminali
Il Mediterraneo un cimitero
Un numero mai raggiunto prima di rifugiati – ha continuato Papa Francesco – muore tentando di attraversare il mar Mediterraneo, che diventato un cimitero, oppure trascorre anni e anni nei campi. Il Pontefice ha anche incoraggiato a dare il benvenuto ai rifugiati nelle vostre case e comunit, in modo che la loro prima esperienza in Europa non sia quella traumatica di dormire al freddo nelle strade, una accoglienza calda e umana.
Ospitalit sicurezza contro terrorismo
Ricordate che l’autentica ospitalit un profondo valore evangelico – ha aggiunto poi il pontefice – che alimenta l’amore ed la nostra pi grande sicurezza contro gli odiosi atti di terrorismo. Molte porte vi sono state aperte – ha aggiunto rivolgendosi agli ex alunni – grazie alla educazione ricevuta dai gesuiti, mentre i rifugiati trovano molte porte chiuse. E ha ricordato i bimbi profughi privi di educazione, cio di futuro.
Dialogare con l’uomo
Poi, incontrando i nunzi apostolici, Francesco ha parlato di un mondo nel quale non sempre facile individuare i centri di potere, e molti si scoraggiano pensando che siano anonimi e irraggiungibili; invece sono convinto che le persone siano ancora abbordabili; sussiste nell’uomo lo spazio interiore dove la voce di Dio pu risuonare. Dialogate con chiarezza – ha chiesto il Papa ai rappresentanti della diplomazia vaticana – e siate sicuri che la parola
ultima della storia e della vita non il conflitto, ma l’unit alla quale anela il cuore di ogni uomo.
Il mondo ha paura
Il mondo ha tanta paura, tanta paura, e la diffonde, spesso si fa di essa la
chiave di lettura della storia, e non di rado la adotta come strategia per costruire un mondo poggiato su muri e fossati. Ma noi non siamo commessi della paura, ha proseguito il Pontefice. Possiamo anche comprendere la ragione della paura, ma non possiamo abbracciarla. Andate, aprite porte, costruite
ponti, tessete legami, intrattenete amicizie, promuovete unit, ha concluso Francesco.
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