Con un piatto stravagante come il Polipo all’ombra del Vesuvio si è aperta per la prima volta a Pechino l’ ottava edizione del Italian Cuisine & Wines World Summit 2016. Sei chef stellati Michelin hanno portato nella capitale cinese il meglio del cibo e dei vini nostrani.
La Cina è un Paese sempre più interessato alla cucina internazionale, in particolare all’Italia. “Abbiamo organizzato questo summit con gli chef stellati proprio per invogliare i cinesi a comprendere e amare il food Italiano”, spiega Giuseppe De Stefano, chef del ristorante La Pizza a Pechino.
Per un’intera settimana i super chef, tra loro Heinz Beck del ristorante La Pergola, e Paolo Gramaglia, del ristorante Presidente di Napoli, hanno preparato ricette uniche per fortunati cinesi e qualche italiano nostalgico della buona cucina locale.
I cinesi, conosciuti al mondo per una cucina ricca di sapori e molto diversa dagli standard occidentali, grazie allo sviluppo economico stanno viaggiando sempre di piu’ per provare cibi (e liquori) diversi dai propri.
“Dalla canina, al agnello, al sottocinta di senesi, ai formaggi, fino alla pappa al pomodoro che quest’anno è il piatto più venduto”, dice Vincenzo Guarino, chef del ristorante Il Pievano nel cuore del Chianti.
Curiosità ed interesse locale quindi nel food italiano, che comunque incontra difficolta per avere un impatto maggiore in Cina soprattutto per le forti barriere tariffarie e un sistema di certificazioni complesso. La pasta, i formaggi e l’olio extravergine di oliva sono i principali prodotti italiani esportati in Cina, rappresentando un 90% del export.
Il vino, dopo una leggera pausa, ha ripreso a correre nel 2015, 16% in piu’ di ricavi dal 2014, ma sempre dietro alla Francia, l’Australia e il Cile, che restano I principali esportatori di vino in Cina.
Tante opportunità comunque dietro l’angolo per il cibo italiano, considerato sinonimo di qualità in una Cina alle prese con la sicurezza alimentare e frequenti casi di latte e carne contaminati. Una ricerca Ipsos ha evidenziato come il 60% dei consumatori cinesi preferisce brand stranieri di importazione, a scapito della scarsa fiducia nelle imprese alimentari locali.
Eventi come l’Italian Cuisine & Wines World Summit 2016, organizzato dal Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, un network nato online e che oggi raggruppa piu’ di 2200 chef in 70 paesi, cercano di contribuire proprio a questo, ad aumentare il riconoscimento della cucina italiana per il palato dei cinesi.