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Milano, beffa dell’estrema destra: in mille fanno il saluto romano al Campo 10 per i morti della Rsi

Apr 29, 2017

In attesa di radunarsi per la commemorazione di Sergio Ramelli, mille militanti di destra si sono presentati a sorpresa nel pomeriggio al Campo 10 del Cimitero Maggiore di Milano per commemorare i caduti della Repubblica di Salò. Una cosa che solitamente avviene il 25 Aprile ma che quest’anno era stata ridimensionata dal prefetto di Milano che, in accordo con il sindaco Beppe Sala, aveva vietato all’interno del cimitero l’esibizione di simboli fascisti, labari, bandiere e gesti rievocativi.

Stavolta in mille – tutti militanti di CasaPound e Lealtà Azione – sono entrati all’interno del cimitero Maggiore, molti con maglietta nera e capelli rasati, si sono inquadrati come una falange militare nel luogo delle tombe dei morti della Repubblica sociale, hanno posato una corona, e si sono esibiti in un saluto romano di massa, beffando i divieti dei giorni scorsi. E le foto dell’esibizione sono state subito pubblicate sulla pagina Facebook dei movimenti di estrema destra Lealtà Azione e CasaPound.

I due movimenti neofascisti hanno spiegato sulle loro pagine social di aver voluto ricordare “gli oltre mille Caduti della Rsi”, dopo il divieto del 25 aprile, in un’altra data “data simbolo per le nostre Comunità. Abbiamo così scelto il 29 aprile, anniversario della morte di Carlo Borsani – sepolto al Campo 10 – , dell’ignobile massacro di piazzale Loreto e degli efferati assassinii avvenuti negli anni ’70, per mano dell’antifascismo militante”.

“I nostri movimenti – conclude la nota – non hanno voluto prestarsi al circo mediatico che lasciamo volentieri a chi dei morti non ha il minimo rispetto. Abbiamo onorato e continueremo ad onorare e ricordare i nostri Caduti, a prescindere dai vergognosi e infami divieti che i soliti noti vorrebbero vedere imposti”.

“Condanniamo fermamente questi gesti – ha commentato in serata il sindaco Sala – e queste provocazioni e continueremo a far tutto quanto è in nostro potere per evitare iniziative del genere. Mi auguro che le autorità competenti agiscano perché la nostra Costituzione e le nostre leggi siano rispettate. E, soprattutto, mi auguro che la Milano democratica e antifascista, che ha fatto grande questa città, non smetta mai di far la sua parte, nel solco dei valori della nostra Costituzione. Io la mia la farò sempre”.

La questura ha riferito che la manifestazione, durata circa un’ora, non era autorizzata. Una manifestazione analoga si è svolta a Cremona: una cinquantina di persone, comprese delegazioni provenienti dalla Spagna e dalla Francia, si sono radunate al cimitero per commemorare Roberto Farinacci, esibendosi con il saluto romano. Il sindaco, in accordo con la prefettura, aveva vietato la manifestazione.

A Milano gli estremisti hanno concesso il bis nel tardo pomeriggio sotto la chiesa dei Santi Nereo e Achilleo, ritrovo abituale degli oltre duemila neofascisti, ingrossati da militanti romani e torinesi e dalle felpe e i bomber d’area: Club 38, Zeta

Zero Alfa, Italian Hammerskin. Anche qui, inquadrati e sull’attenti, i neofascisti hanno sfilato verso via Paladini e le due lapidi che ricordano l’omicidio di Sergio Ramelli, dov’è stata deposta una corona e in duemila “camerati” in parata hanno osservato un minuto di silenzio. Nessun braccio teso, bandiere solo tricolori e ritorno verso la chiesa per la messa di suffragio al gerarca Borsani, allo studente Ramelli e al consigliere missino Pedenovi.

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