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Militari aggrediti in Centrale, disposta perizia psichiatrica su arrestato. Lega a Minniti: “Prefetta inefficiente”

Apr 22, 2017

“Mi sono solo avvicinato a un militare, gli ho chiesto informazioni. Altro non dico. Ho ragione, basta vedere i filmati. Il mio difensore è Dio”. Si è difeso così in aula durante l’udienza di convalida dell’arresto Kante Mamadou, cittadino senegalese di 27 anni arrestato con l’accusa di avere aggredito – senza ragioni apparenti – un militare e un carabiniere impegnati nell’operazione ‘Strade sicure’ in piazza Duca d’Aosta.

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L’episodio è avvenuto di fronte alla stazione Centrale di Milano. Il ragazzo avrebbe insultato i militari, dicendo che l’Italia è “uno stato di merda”. Avrebbe poi toccato il fucile mitragliatore di un soldato di pattuglia, che ha subito chiesto aiuto ad altri militari. E sarebbe infine fuggito dall’auto di pattuglia in cui i carabinieri lo avevano fatto entrare in attesa dell’identificazione. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, che tentavano di arrestare il giovane, intorno alle auto di servizio si è creato un capannello di un centinaio di profughi e altri stranieri, che hanno inveito e gettato oggetti agli uomini delle forze dell’ordine.

Il 27enne senegalese, titolare da tre mesi di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, è stato portato nell’aula delle Direttissime di fronte al giudice Ilaria Simi di Burgis, che ha convalidato l’arresto in carcere. Il giovane, assistito dall’avvocato Alessio Mantuano, avrebbe problemi psichici, che si sarebbero aggravati nelle ultime settimane. Per questo, il giudice ha disposto per lui una perizia psichiatrica. Quando in aula gli è stato comunicato che sarebbe dovuto andare in prigione, Mamadou ha inizialmente opposto resistenza, per poi lasciarsi ammanettare. Il suo legale lo ha definito “assolutamente estraneo ai fatti”, chiedendo per lui “una misura meno afflittiva”.

L’uomo non ha condanne precedenti. Esiste una segnalazione alla polizia per spaccio di droga nei confronti di “tal Kante Mamadou”, senza però rilievo delle impronte digitali. Il giovane, in Italia da due anni, vive in un centro di accoglienza che ospita immigrati, in via Fulvio Testi 302. In passato, ha lavorato come buttafuori e responsabile alla sicurezza per diverse società. In udienza ha dichiarato di essere stato “arrestato una volta in parco Sempione, per il possesso di un grammo di cocaina, per uso personale”. Ha precisato poi di “fumare hashish e marijuana”.

I carabinieri che hanno testimoniato in udienza hanno ricostruito come nell’arrestare Mamadou di fronte alla Centrale hanno spruzzato uno spray urticante, ma senza riuscire a piegare la sua resistenza. I reati di cui dovrà rispondere per l’aggressione in Centrale sono resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Uno dei carabinieri che cercavano di farlo entrare in macchina è rimasto contuso a una mano, come anche il militare dell’esercito con il quale c’è stata la prima colluttazione e un agente della Polfer, intervenuto successivamente. Entrambi sono stati medicati in ospedale.

L’aggressione davanti alla Centrale ha scatenato nuovamente il centrodestra sulla questione sicurezza. Il capogruppo della Lega in Comune, Alessandro Morelli, chiede al sindaco “un’ordinanza per liberare l’area”, mentre i deputati leghisti Paolo Grimoldi e Marco Rondini hanno depositato alla Camera un’interrogazione indirizzata al ministro Minniti sul tema della sicurezza a Milano. Sotto accusa la prefetta Luciana Lamorgese, di cui lamentano “l’inefficienza”: “dedica il suo tempo a trovare sistemazioni per gli immigrati richiedenti asilo – sostengono gli esponenti della Lega – mentre avrebbe l’incarico di pensare prioritariamente alla sicurezza dei cittadini milanesi”.

In

Forza Italia è la consigliera Silvia Sardone ad attaccare: “Possibile che il Comune voglia continuare a lasciare la stazione e le tre piazze che la circondano in queste condizioni?”. Ma è proprio il sindaco Beppe Sala a replicare: “Abbiamo di nuovo la dimostrazione che, se l’attenzione deve essere massima, le nostre forze dell’ordine agiscono e reagiscono bene: l’aggressore è stato neutralizzato e alla fine c’è stato un happy end”.

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