UNO SCARABOCCHIO che diventa un’opera d’arte. O almeno, un disegno godibile e ben fatto. Uno schizzo che proprio non riusciamo a trasformare in un lavoro decente e che, come per magia, si completa da solo offrendoci diverse scelte. AutoDraw, la piattaforma sperimentale appena lanciata da Google, è importante non solo per l’aspetto grafico – una sorta di Paint 4.0 – quanto perché rappresenta una prova tangibile della collaborazione fra uomo e macchina. Tu disegni quel che ti passa per la testa, l’intelligenza artificiale di Big G analizza ciò che stai facendo o che probabilmente intendi raffigurare e ti aiuta a concludere il disegno. Fatto.
La piattaforma, già accessibile a chiunque sia da desktop che da tablet o smartphone (ed è su quei dispositivi, con gli schizzi fatti a mano sui display touch, che ci si diverte di più), è anche un esperimento in crowdsourcing. Gli artisti e i grafici che intendono arricchire il database in base al quale il sistema rimpiazza i nostri sgorbi digitali con bellissime illustrazioni possono infatti farlo liberamente caricando i propri lavori. Il progetto condivide le stesse soluzioni tecnologiche di fondo di un altro meccanismo simile già diffuso da Mountain View e battezzato QuickDraw nel quale agli utenti si chiedeva però di disegnare dei doodle che il sistema avrebbe dovuto identificare.
“AutoDraw è un nuovo tipo di strumento grafico – si legge sul sito dell’esperimento curato dal geniale Google Creative Lab – associa machine learning con i disegni di molti talentuosi artisti per creare qualsiasi cosa di visivo e rapidamente. Nulla da scaricare. Nulla da pagare. E funziona ovunque: smartphone, tablet, laptop, desktop e così via”. Al momento il software è in grado di riconoscere alcune centinaia di forme, oggetti e figure. E, appunto, se ne aggiungeranno sempre di più. Ma la scelta appare già notevole e davvero bastano pochi secondi per iniziare una nuova esperienza di disegno, scortati dagli algoritmi intelligenti.
Come documentato nella gallery, abbiamo provato AutoDraw su desktop, tablet e smartphone. In ogni caso bisogna selezionare lo strumento matita “autodraw” (si può infatti disegnare anche liberamente, senza l’aiuto dell’IA). Dire che il funzionamento è intuitivo è poco: già mentre lo schizzo è in fase di realizzazione nella barra in alto – chiamata non a caso “Do you mean” – AutoDraw suggerisce una serie di rimpiazzi d’autore. Decine di disegni fra i quali vengono segnalati con una stellina quelli che chiaramente meglio si adattano all’intenzione del disegnatore principiante. Se con il mouse è evidentemente più frustrante, i risultati più affini si ottengono facendo scorrere i polpastrelli su tavolette e telefoni.
Su tablet AutoDraw funziona meglio tenendo il dispositivo in verticale. E si presenta, alla pari che sullo smartphone, come un vero foglio bianco. Per cestinare e ricominciare basta eliminare i singoli elementi o selezionare “Start over” dal menu in alto a sinistra. I contenuti creati – ovviamente anche modificando le immagini suggerite dalla piattaforma – si possono scaricare e condividere sui social network (Twitter, Facebook, Google+ o copiando il link).
Non mancano alcuni strumenti grafici di base come la possibilità di cambiare colore, disegnare forme, riempire gli oggetti e selezionarli per cambiare dimensione e orientamento. Ma ovviamente l’operazione, molto più di diverse situazioni in cui l’intelligenza artificiale già collabora con noi anche se non ce ne accorgiamo (basti pensare al mondo delle automobili), serve a darci un antipasto di ciò che ci aspetta. Come su Instagram siamo tutti fotografi e a breve con Clips tutti registi, grazie all’intelligenza artificiale diventeremo tutti artisti e designer?