Il direttore generale Francesco Acerbi e il responsabile dell’area crediti, Fabio Castaldo. Sono due alti dirigenti di Finlombarda i nuovi indagati nell’inchiesta condotta dai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini sulla concessione di finanziamenti dalla cassaforte della Regione, il cui scopo sarebbe sostenere le imprese del territorio. Sia Acerbi sia Castaldo sono indagati per corruzione e truffa aggravata, in relazione a prestiti e affidamenti fatti da Finlombarda ad aziende. I due nomi sono contenuti nella richiesta di proroga indagini depositata lo scorso marzo dalla procura. A condurre l’inchiesta è il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Varese.
Il filone principale dell’inchiesta vede indagati per corruzione Marco Flavio Cirillo, consigliere di amministrazione di Finlombarda, e Mario Cesaroni, presidente dell’associazione di piccole e medie imprese Confapi Milano. Secondo la procura – che ha ordinato sequestri anche presso società fiduciarie – Cirillo e Cesaroni avrebbero agevolato “imprese contattate nell’ambito di Confapi” nell’ottenere finanziamenti pubblici “pur in assenza dei presupposti giuridico-economici per l’erogazione”. In cambio, i due indagati “chiedevano denaro agli imprenditori, nonché ottenevano dagli stessi utilità”, come si legge nel decreto di perquisizione che li riguarda. Fra i fondi assegnati secondo i criteri della clientela, ci sarebbe anche parte di una linea di credito da 200 milioni, concessa a Finlombarda nel 2009 dalla Bei, la Banca europea per gli investimenti.
Un secondo filone dell’inchiesta vede indagati per truffa Danilo Maiocchi, direttore generale dello Sviluppo economico in Regione, Marco Nicolai, ex membro del consiglio di gestione di Finlombarda, ed Enrico Viganò, amministratore di società di intermediazione per le aziende che chiedevano fondi regionali.
L’iscrizione di Castaldo, dal 2014 responsabile dell’area crediti, e Acerbi, numero uno della cassaforte del Pirellone da luglio 2016 (prima era il direttore dell’area finanza), è l’ennesimo problema, relativo alla finanziara regionale, che deve affrontare la giunta Maroni. Che a breve dovrà rinnovare il cda della partecipata, oggi guidato dal leghista Ignazio Parrinello. Del resto, negli ultimi anni Finlombarda – sul cui operato da tempo in Regione M5s, con Stefano Buffagni, chiede chiarezza – ha avuto vita travagliata: dal 2011 ha cambiato tre manager (Acerbi è il quarto), e ha dovuto ampliare il cda. Che prima era composto solo
da tre membri, ma per i conflitti nati tra Parrinello e Cirillo, è stato allargato a cinque componenti per evitare la paralisi.La società è il braccio attraverso cui la Regione distribuisce fondi a destra e a manca. E investe in altre banche: sono centinaia i milioni di euro, pubblici, che Finlombarda ha investito in bond bancari. Tra cui quelli di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, al centro di uno dei più grossi scandali finanziari degli ultimi anni.