AGI – Licenziare via whatsapp si può. Lo afferma una sentenza del tribunale del lavoro di Napoli che ha respinto su questo aspetto il ricorso di una donna impiegata part-time come magazziniera per lo stoccaggio e la vendita dei prodotti. La sua difesa aveva motivato l’istanza contestando diversi aspetti del licenziamento tra i quali anche il benservito attraverso un messaggio.
Col provvedimento dei giorni scorsi il tribunale ha comunque reintegrato la donna al lavoro accogliendo un altro punto del ricorso ma ha respinto la contestazione che non sia possibile utilizzare questo mezzo per congedare un lavoratore, confermando la giurisprudenza precedente. Il messaggio, ricevuto dal contabile della società, era stato molto chiaro, cordiale ma secco: “Buongiorno, ho provato a chiamarti siccome le ripetute assenze ingiustificate e i ritardi nelle consegne hanno compromesso il regolare svolgimento dell’attività lavorativa dell’azienda. Intendo chiudere qui il rapporto lavorativo. Passa dopo il fine mese per la chiusura dei conti. Grazie”.
Per la giudice, il licenziamento via whatsapp “assolve l’onere della forma scritta richiesta dalla legge trattandosi di un documento informatico che la stessa parte dichiara di avere ricevuto”. Il datore in questo caso “ha assolto i requisiti formali in quanto la volontà di licenziare è stata comunicata per iscritto alla lavoratrice in maniera inequivoca come del resto dimostra la reazione da subito manifestata dalla parte”.
Per la donna comunque la vicenda si è conclusa bene col reintegro perché il datore gli ha contestato un addebito, alla base del licenziamento, ritenuto dal Tribunale “del tutto lacunoso e generico” e quindi non idoneo, in base alla legge, a mandarla via.