• 30 Dicembre 2025 11:33

Corriere NET

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Acquistano un container da 125 euro, la sorpresa: dentro c’è un’auto da quasi un milione

Dic 30, 2025

Long Island, 1989. In una delle solite aste da disperati o visionari, un uomo e suo fratello comprarono un container abbandonato, ignari dell’incredibile scoperta che avrebbero fatto, capace di cambiare entrambe le loro vite. Spesso luogo di materassi sfondati e attrezzi arrugginiti, in quell’occasione i 150 dollari (circa 125 euro al cambio) spesi permisero di mettere le mani su una vettura estremamente rara e costosa, sotto teli color grigio muffa.

La scoperta

Non appena sollevarono il copertone, gli acquirenti rimasero impietriti: nascondeva una Lotus Esprit bianca. Nonostante nessuno dei due fosse amante di cinema o motori, l’associazione scattò immediata: si trattava dell’auto-sub usata da James Bond ne La spia che mi amava, protagonista di una rocambolesca fuga sfociata nella trasformazione in un sottomarino. Diretto da Lewis Gilbert, il mai dimenticato Roger Moore vestiva i panni dell’agente più noto e amato del grande schermo e lasciò parte del suo magnetismo alla macchina, entrata di pieno diritto nella leggenda.

I fratelli appresero tutta la verità più tardi, una volta portato il reperto a uno del settore e notata la sua reazione sconvolta: era “Wet Nellie”, uno degli otto esemplari usati durante le riprese, alcuni per le scene d’azione su strada, altri, come questo, per la metamorfosi acquatica. All’epoca (il film uscì nel 1977) la realizzazione della vettura costò oltre 100.000 dollari, una cifra non tanto impressionante se rapportata oggi al peso storico e simbolico del marchio James Bond.

È come se la fortuna piovesse dal cielo. Per una vita intera la gente insegue collezioni, aste, autenticità, e poi il cimelio si eclissa in un container, tra ragnatele e odore di muffa, e vi resta nel corso dei due decenni successivi. Attendeva soltanto l’occasione propizia per compiere il suo ritorno in scena, avvolto da un’aura di magnificenza.

Il passaggio di mano a Elon Musk

Nel 2013 la macchina ottiene finalmente le luci della ribalta nel corso di un’asta alla quale partecipano uomini d’affari della più alta estrazione sociale, disposti a qualunque spesa pur di aggiungerla al garage personale, compreso un certo Elon Musk. Già l’uomo-volto di Tesla, il paperone dei paperoni, partecipa alla cerimonia e soffia la Esprit alla concorrenza compilando un assegno da 997.000 dollari, intorno a 850.000 euro al cambio dell’epoca e mette fine alle speranza di qualsiasi audace sognatore. Sul perché l’abbia voluta comprare, non cita Roger Moore e il significato della saga di 007 a Hollywood, piuttosto gli interessa farla diventare sul serio un’auto in grado di entrare in acqua e uscirne integra, spinta manco a dirlo da un powertrain Tesla elettrico.

In un certo senso, la storia salita alle cronache costituisce la metafora della cultura 007. Anche oggetti di scena solo funzionali a una fantasia collettiva vengono consacrati a icone, e lo stesso vale a proposito di un’Aston Martin DB5 impiegata in Agente 007 – Missione Goldfinger, passata di mano alla cifra di 3,5 milioni di dollari. E se domani qualcuno trovasse in un garage del New Jersey una valigetta in condizioni rivedibili, ma con dentro un qualsiasi pezzo proveniente dal set, probabilmente si scatenerebbe la stessa bagarre pur di assicurarselo.

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