C’è un’illusione diffusa a Capodanno: con meno traffico la guida dell’auto è più semplice. In realtà intervengono una serie di fattori che sono un’insidia: stanchezza, freddo, monotonia, luce artificiale ripetitiva, micro-distrazioni da messaggi, conversazioni e musica da fine serata. Detto in altri termini, la guida notturna è una condizione a rischio proprio perché richiede livelli di vigilanza che, tra mezzanotte e l’alba, l’organismo fatica a sostenere. La lucidità non si improvvisa a fine festa: la si protegge prima, la si mantiene durante e la si salva quando i segnali iniziano a comparire.
La cornice legale per chi guida a Capodanno
La norma di riferimento è l’articolo 141 del Codice della Strada che detta le prescrizioni: il conducente deve conservare il controllo del veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza con particolare attenzione all’arresto tempestivo entro il campo di visibilità e davanti a ostacoli prevedibili. Questa impostazione rende irrilevante la scusa del “mi sentivo in grado”: se stanchezza, distrazione o alterazione riducono il controllo, la condotta diventa contestabile. Molte volte non ci si accorge di stare guidando peggio, perché la fatica porta con sé un eccesso di fiducia e una sottovalutazione del rischio ovvero esattamente il contrario di ciò che servirebbe.
Il tema dell’alcol al volante
La notte di Capodanno mette al centro il tema dell’alcol. L’articolo 186 del Codice della Strada disciplina la guida in stato di ebbrezza e collega sanzioni e conseguenze al tasso alcolemico accertato, con un impianto che non lascia spazio a interpretazioni creative da fine serata. Per alcune categorie la tolleranza è addirittura zero in quanto l’articolo 186-bis riguarda i neopatentati nei primi tre anni e chi guida per professione nel trasporto ovvero i conducenti per i quali la legge impone una soglia più severa e un approccio senza sconti. In questo contesto è bene ricordare che l’alcol non si somma alla stanchezza in modo lineare, bensì la amplifica. Detto in altri termini, l’eccesso di alcol esalta gli effetti della fatica.
Se l’alcol è evidente, la sonnolenza arriva camuffata da calo di energia e occhi che bruciano. Come ricorda l’Aci a proposito della sonnolenza al volante e del rischio sottostimato, “dormire meno di 5 ore per notte aumenta di 4,5 volte la probabilità di avere un incidente stradale”. E ancora: “Stare svegli per 24 ore induce errori alla guida simili a quelli commessi da chi ha livelli di alcool nel sangue uguali o superiori a 1,00 g/l”. L’eccessiva sonnolenza, spiega ancora è associata approssimativamente (come causa diretta o concausa) a un quinto degli incidenti stradali (1 su 5) ed è una delle principali cause di incidenti mortali in autostrada.
Qui entra in gioco il concetto dei microsonni perché non si tratta di addormentarsi per minuti, ma di perdere la scena per pochi secondi, sufficienti a uscire di corsia o a non vedere un ostacolo in tempo. Non a caso si insiste sul riconoscimento dei segnali premonitori e sulla necessità di fermarsi prima che la situazione diventi incontrollabile.
Cosa sapere e fare prima di partire
La guida notturna di Capodanno si vince soprattutto fuori dall’auto, cioè nel modo in cui si pianifica il rientro quando si è ancora lucidi. Ecco allora l’importanza di iniziare il viaggio sufficientemente riposati e, se possibile, evitare la guida nelle ore notturne più critiche, perché i ritmi naturali non sono compatibili con un compito che richiede attenzione costante. Di più: alcuni farmaci possono indurre assopimento. Tra i fattori di rischio non solo ansiolitici e sonniferi, ma anche antidolorifici, antiallergici e rilassanti muscolari, cioè prodotti che molti assumono senza collegarli alla guida.
La scelta intelligente, nella notte di Capodanno, è evitare l’auto se non è indispensabile. Se si prevede di rientrare molto tardi è strategico organizzarsi con un conducente designato che non beve e riposa oppure si scelgono soluzioni alternative.
Precauzioni durante il rientro
Quando ormai si è in marcia, l’attenzione non si tiene alta con i piccoli espedienti. Aprire il finestrino o alzare la musica non cambia la fisiologia e può anzi creare una falsa percezione di vigilanza. Sempre l’Aci spiega che non si dovrebbe guidare per più di due ore consecutive e di alternare periodi di guida a almeno 10-15 minuti di pausa. Ricorda che la monotonia e l’eccessiva regolarità del viaggio possono produrre una forma di ipnosi che spegne progressivamente la reattività. La stessa fonte aggiunge un dettaglio: la temperatura troppo alta nell’abitacolo è un fattore che favorisce la sonnolenza, quindi scaldarsi sì, addormentarsi no.
C’è poi la parte da non sottovalutare: se si sta viaggiando da soli il rischio aumenta perché manca una persona capace di sorvegliare il conducente e stimolare l’attenzione o sostituirlo. In auto con amici può succedere l’opposto perché l’abitacolo diventa rumoroso e dispersivo. Di conseguenza la regola utile è semplice: chi guida deve pretendere un ambiente che aiuti la concentrazione.
I segnali d’allarme del colpo di sonno
Il problema del sonno è che non avvisa e ,quando il guidatore se ne accorge, sta già compensando male. I segnali premonitori sono difficoltà a tenere aperti gli occhi, fatica a mantenere la testa sollevata, andatura ondeggiante, difficoltà nel mantenere velocità adeguata e non ricordare che cosa sia successo nei minuti immediatamente precedenti. Un esempio? Se si è in autostrada e non si riescono a ricordare gli ultimi caselli superati. Quando entra in scena la perdita di memoria degli ultimi chilometri, la guida non è più un’azione cosciente ed è lì che la statistica si trasforma in rischio personale.
Fermarsi a dormire
Il consiglio più impopolare è anche quello che salva più vite: se si ha sonno bisogna dormire. La stessa Aci suggerisce lo Sleep Stop, fermarsi e dormire 15-20 minuti per ripartire in sicurezza con l’indicazione che, se si utilizza anche la caffeina, l’effetto è limitato nel tempo e non sostituisce il riposo: “L’effetto di 150-200 mg di caffeina (equivalente a due caffè espresso) dura circa un’ora”. Dormire adeguatamente la notte precedente o fare un breve sonno prima di partire è un modo di giocare d’anticipo contro il colpo di sonno e questo approccio funziona quando il rientro è programmato per ore biologicamente sfavorevoli.