Addio a Brigitte Bardot, la celebre diva francese del Novecento scomparsa all’età di 91 anni. Attrice, icona di stile, simbolo di libertà e di un’epoca che ha cambiato il modo di guardare alla femminilità, Bardot ha attraversato il cinema, la moda e l’immaginario collettivo lasciando tracce profonde anche nel mondo delle auto. Perché intorno alla sua figura hanno gravitato vetture molto diverse tra loro, accomunate da un dettaglio fondamentale: raccontano fasi precise della sua vita. Dalla giovinezza spensierata al successo internazionale, fino alla scelta di una quotidianità semplice e funzionale.
Le prime auto
Come molte storie automobilistiche legate alle star del cinema, tutto parte da vetture semplici. Una delle prime auto di Brigitte Bardot fu una Simca 8 1200 cabriolet, piccola, elegante, perfettamente in linea con l’immagine della giovane attrice emergente nella Francia degli anni Cinquanta. Nel 1958 arriva uno degli scatti più celebri: Bardot, ventitreenne, posa con naturalezza sul cofano di una Lancia Flaminia davanti all’Hotel Miramonti di Cortina d’Ampezzo. Un’immagine che oggi vale più di qualsiasi spot: lei, l’auto italiana e lo sfondo delle Dolomiti raccontano un’idea di lusso spontaneo, non ostentato, che diventerà il suo marchio di fabbrica.
Ambasciatrice della Renault Floride
La consacrazione mediatica passa anche dalle campagne pubblicitarie. Renault sceglie Brigitte Bardot come volto per il lancio della Floride, una spider costruita sulla meccanica della Dauphine e pensata per incarnare un’eleganza leggera, accessibile e moderna. La Floride contestualmente entra davvero nella vita della Bardot, diventando una delle sue auto personali. Un dettaglio che rafforza il legame tra l’attrice e un’auto capace di parlare al grande pubblico, proprio come lei.
L’epoca del lusso
Con il successo internazionale arrivano anche le vetture di rappresentanza e un periodo caratterizzato dal lusso. Tra queste spicca una Rolls-Royce Silver Cloud II Mulliner, acquistata da Charles Aznavour. Un’auto imponente, lontana dall’immagine della ragazza ribelle degli esordi, più vicina alla maturità di una star mondiale. Bardot la utilizza per un periodo relativamente breve, muovendosi nella Parigi del XVI arrondissement. Quasi una parentesi nella sua vita, come se quella Rolls rappresentasse lusso che non le è mai appartenuto fino in fondo.
Le compatte funzionali
Negli anni Ottanta, quando Brigitte Bardot inizia a scegliere una vita più lontana dai riflettori, cambiano anche le auto. Viene spesso fotografata a bordo di una Mini Moke, perfetta per muoversi tra le strade sterrate intorno alla Madrague, la sua casa a Saint-Tropez. Ancora più significativo è il rapporto con la Renault 4 Van bianca, l’auto degli ultimi anni. Essenziale, pratica, quasi anonima. Segno del distacco definitivo dal glamour e l’adesione a una vita semplice, coerente con il suo impegno animalista e ambientale.
La Ferrari BB
Ma il legame più profondo con il mondo dell’auto resta quello che non ha mai scelto in prima persona, indiretto ma potentissimo, con la Ferrari 365 GT4 BB. Come ha raccontato recentemente Leonardo Fioravanti, designer che ne firmò lo stile, la sigla BB nasce proprio per omaggiare Brigitte Bardot. Lui e due ingegneri del progetto erano affascinati dalla sua bellezza e decisero di usare le sue iniziali come nome in codice. Solo in seguito, per il pubblico, BB venne spiegato come Berlinetta Boxer, una definizione che però non descriveva davvero la vettura.
In realtà, dietro quelle due lettere, c’era l’ispirazione di una donna che incarnava sensualità, forza e libertà. Proprio come quella Ferrari a motore centrale, rivoluzionaria per Maranello.