• 29 Dicembre 2025 17:45

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Euro 7, niente più modifiche con il Vigile Elettronico: come funziona

Dic 29, 2025

Il 2026 è l’anno dell’Euro 7, il nuovo standard che a partire dal 29 novembre segna un cambio di passo per l’automobile, che per la prima volta guarda più in là dei gas di scarico, ma punta a introdurre un sistema di controllo continuo che, di fatto, muta il rapporto con le regole del gioco. Se finora il rispetto delle normative ambientali veniva verificato in momenti specifici – omologazione, revisioni, controlli su strada – con l’Euro 7 il controllo diventa permanente. Ed è proprio qui che entra in scena quello che è stato ribattezzato il Vigile Elettronico.

Come funziona il Vigile Elettronico

Il monitoraggio di ciò che accade all’interno della vettura è assegnato all’OBM, acronimo di On-Board Monitoring. Il sistema è installato a bordo del veicolo con il compito di controllare in tempo reale i limiti di emissioni, in modo continuativo.

In pratica, il sistema analizza il comportamento del motore e dei dispositivi di trattamento dei gas di scarico, verificando che tutto rientri nei parametri stabiliti dalla legge. Se qualcosa non va – usura, malfunzionamento o modifiche non omologate – il sistema è in grado di rilevarlo. Proprio questo è il punto più delicato e che ha  acceso le polemiche: l’OBM non si limita a informare il guidatore che l’auto non rispetta più gli standard, ma potrebbe anche rendere disponibili questi dati alle autorità competenti. Un’ipotesi che apre interrogativi sul fronte della privacy, ma che rappresenta anche un duro colpo per il mondo delle elaborazioni aftermarket, soprattutto quelle elettroniche. Interventi su centraline, sistemi di scarico o filtri antiparticolato diventano molto più difficili da nascondere. 

Non solo tubo di scappamento

L’Euro 7 introduce un’altra novità destinata a far discutere: per la prima volta l’attenzione non è rivolta solo ai gas di scarico. L’Europa ha deciso di affrontare un problema rimasto a lungo in secondo piano, quello delle emissioni generate dall’attrito. Freni e pneumatici sono responsabili di una quantità significativa di polveri sottili, soprattutto nelle aree urbane. Con l’Euro 7, queste emissioni entrano ufficialmente nel mirino del legislatore. Le case automobilistiche saranno chiamate a ripensare materiali, mescole e sistemi frenanti per ridurre l’impatto ambientale anche sotto questo aspetto.

È una svolta che coinvolge tutte le alimentazioni, comprese le auto elettriche. Anzi, proprio queste ultime, più pesanti a causa delle batterie, rischiano di essere particolarmente interessate dal tema delle polveri da freni e gomme.

Garanzie contro l’obsolescenza programmata

Un altro pilastro della normativa Euro 7 riguarda la durata nel tempo delle prestazioni ambientali e delle componenti dell’auto. Finora, il rispetto dei limiti era garantito per un periodo relativamente limitato. Con il nuovo standard, le regole cambiano in modo netto. Le auto dovranno mantenere la conformità alle emissioni per almeno 10 anni o 200.000 chilometri. Un raddoppio rispetto all’Euro 6, che obbliga i costruttori a progettare sistemi più robusti e salvaguardia l’utente finale da costose riparazioni premature. Per i veicoli pesanti, l’asticella sale ancora di più, arrivando fino a 875.000 chilometri.

Il messaggio è chiaro: basta componenti che funzionano perfettamente solo nei primi anni di vita del veicolo. L’Euro 7 spinge verso una mobilità più longeva, in cui manutenzione e qualità costruttiva tornano centrali.

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