• 28 Dicembre 2025 13:30

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Lancia Flaminia Loraymo: storia della fuoriserie tra arte e motori

Dic 28, 2025

La storia di una vettura unica, che per prima incornicia il sodalizio tra arte e meccanica, sfidando convenzioni e raccontando la visione del genio creativo. La Lancia Flaminia Coupé Loraymo è una variante fuoriserie nata fuori dagli schemi, per essere un vezzo creativo, compito che le è riuscito benissimo. Presentata al 47° Salone dell’Automobile di Parigi del 1960 come versione è una Lancia diversa da tutte le altre, perché nasce lontano dai centri stile torinesi e dalle logiche industriali dell’epoca.

A volerla, disegnarla e firmarla è uno dei più grandi designer del Novecento, un americano il cui vezzo estetico non si accontenta di possedere una Flaminia Coupé, ma la riprogetta: Raymond Loewy.

L’originalità di Raymond Loewy

Per comprendere fino in fondo la Lancia Flaminia Loraymo bisogna partire dal suo autore. Raymond Loewy è un artista centrale del design industriale del 20esimo secolo, la cui eredità va ben oltre il mondo dell’automobile. Nasce in Francia ma si sposta presto in America, è ricordato come product designer di treni, frigoriferi, elettrodomestici, loghi e oggetti di uso quotidiano. Famoso è il suo restyling della bottiglia Coca-Cola, il celebre logo Lucky Strike, quello di Shell, oltre a numerosi progetti per l’industria dei trasporti.

Il suo filo conduttore progettuale si traduce nel celebre principio MAYA (Most Advanced Yet Acceptable), che trasporta fino a una delle automobili più eleganti dell’epoca: la Lancia Flaminia Coupé. Questa volta però non si tratta di un lavoro richiesto da qualche committente bensì di un suo desiderio, di possedere un’automobile unica, che rifletta il suo estro artistico, magari ispirato proprio dalle varianti speciali commissionate ai tre carrozzieri Zagato, Pininfarina e Touring . Ci troviamo quindi di fronte a uno dei lavori di Loewy più personali e intimi.

L’artista acquista quindi una Flaminia e la ridisegna secondo i propri dettami stilistici, senza compromessi, rinominandola Loraymo proprio per questa dimensione privata. È infatti l’acronimo di LOewy RAYMOnd, e corrisponde all’indirizzo telegrafico del suo studio.

La calandra che sorride

Basta osservare la Loraymo frontalmente per capire che non si tratta di una Flaminia come le altre. Il frontale è dominato da una grande calandra affusolata, dalla forma quasi sorridente, incastonata da un’imponente cornice cromata che svolge una doppia funzione: estetica e strutturale. Questa cornice, infatti, funge anche da paraurti elastico, una soluzione avanzatissima per l’epoca, che anticipa concetti di sicurezza passiva allora ancora poco diffusi.

Ai lati spiccano due fari fendinebbia, separati dalla carrozzeria tramite una sottile pinna aerodinamica. Una scelta che permette all’aria di venire guidata in modo più pulito lungo i fianchi dell’auto. Il faro principale, centrale, è incastonato nel parafango, arretrato e aperto nella parte inferiore per migliorare il raffreddamento dei freni anteriori.

I dettagli racconta la storia di un’attenzione all’aerodinamica quasi ossessiva e una ricerca di soluzioni fuori dagli schemi. La Loraymo riesce nell’impresa rara di sembrare elegante e sfrontata, in perfetta armonia con il creatore.

Ufficio Stampa StellantisLancia Flaminia Loraymo, la fuoriserie tra arte e design

Non solo forma

La fiancata della Lancia Flaminia Loraymo è un esercizio di stile nel modo più dichiarato possibile. Una linea sinuosa si priva di spigoli netti. Le superfici scorrono una nell’altra con naturalezza, creando un senso di movimento. L’aerodinamica è al centro del progetto, come dimostrano soluzioni rarissime per la fine degli anni Cinquanta.

Tra queste spicca un alettone posto sopra al lunotto posteriore, studiato per stabilizzare il flusso d’aria in coda. I copricerchi cromati completamente chiusi riducono le turbolenze generate dalle ruote, mentre il lunotto panoramico posteriore si raccorda direttamente al baule, creando un unico volume fluido.

Il vano bagagli, coerentemente con la visione di Loewy, non è accessibile dall’esterno, ma solo dall’abitacolo. Una scelta che privilegia la pulizia delle linee rispetto alla praticità quotidiana. Nella parte posteriore, gli unici elementi sporgenti sono il doppio terminale di scarico e un sottile paraurti, mentre i proiettori posteriori sono completamente annegati nella carrozzeria.

La realizzazione

Per trasformare il progetto in realtà, Raymond Loewy si affida a uno dei carrozzieri più esperti dell’epoca nell’uso dell’alluminio: Rocco Motto, artigiano torinese noto per la sua capacità di tradurre idee complesse in forme concrete. La carrozzeria viene realizzata interamente a mano, con una cura maniacale per i dettagli e le superfici.

La parte meccanica, invece, viene affidata a Nardi, nome storico dell’elaborazione italiana. Il motore V6 della Flaminia, nella sua versione da 2,5 litri, viene rivisto e la potenza sale dai 119 CV originali a circa 150 cavalli, rendendo la Loraymo non solo affascinante, ma anche decisamente brillante su strada.

Il risultato finale entusiasma Loewy al punto da decidere di esporre la vettura al Salone dell’Automobile di Parigi del 1960, dove la Loraymo attira l’attenzione come una vera e propria opera d’arte su ruote.

Caratteristiche tecniche

Sotto l’abito sartoriale firmato Loewy, la Lancia Flaminia Loraymo conserva una base tecnica solida e raffinata.

motore: 6 cilindri a V benzina, anteriore longitudinale, 2458 cm³
potenza: 150 CV
velocità massima: circa 190 km/h

Numeri che, per l’epoca, collocano la Loraymo tra le coupé più veloci ed evolute, perfettamente in linea con l’immagine di una granturismo moderna e sofisticata.

Una seconda vita

Per anni, Raymond Loewy utilizza la sua Lancia Flaminia Loraymo come automobile personale, prima in Europa e poi negli Stati Uniti. Non è un’auto destinata a rimanere ferma in un salone o in un museo, ma un mezzo vissuto, guidato, apprezzato nella quotidianità. Un aspetto che rende la sua storia ancora più affascinante.

Dopo la scomparsa del designer, l’auto viene ritrovata dal presidente del Club Lancia d’America, che comprende immediatamente il valore storico e culturale dell’esemplare. Decide così di riportarla in Italia, donandola alla Lancia. Un gesto simbolico, che chiude idealmente il cerchio di una storia iniziata oltreoceano.

Oggi la Lancia Flaminia Loraymo è un esemplare unico al mondo, parte della collezione Stellantis Heritage e solitamente esposta presso l’Heritage Hub di Torino. La sua memoria rappresenta un ponte tra mondi diversi: l’eleganza dell’industria automobilistica italiana del tempo, l’eccentricità del design americano, e l’arte nella sua forma più pura.

È la dimostrazione di quanto Lancia, in quegli anni, fosse un marchio capace di attrarre le menti più brillanti e visionarie. E anche il ricordo tangibile del genio di Raymond Loewy, uno dei designer più influenti di sempre, capace di lasciare il segno tanto su una bottiglia di Coca-Cola quanto su una coupé italiana.

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