• 28 Dicembre 2025 11:20

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Una Jeep infinite multe, si accendono i sospetti: la scoperta a Roma

Dic 28, 2025

Roma è stata teatro di un’operazione che richiama alla mente la precisione e la tenacia delle indagini degne dei migliori gialli urbani. Al termine di complesse attività investigative, il GPIT – Gruppo Pronto Intervento Traffico della Polizia Locale di Roma Capitale – ha sequestrato una Jeep Renegade che, sulla carta, esisteva ma di fatto non doveva circolare. Una vettura priva di assicurazione, con targa perfettamente clonata e numero di telaio alterato: un concentrato di illegalità messo in strada, pronto a sfidare la legge e, potenzialmente, la sicurezza dei cittadini.

Tutto è iniziato dai numeri, dai dati freddi ma inquietanti: più di 130 sanzioni amministrative accumulate tra giugno e dicembre 2025 per accessi non autorizzati ai varchi elettronici delle zone a traffico limitato. Non solo nel Centro Storico, con i suoi vicoli stretti e le sue strade affollate, ma anche nelle altre aree della capitale soggette a restrizioni. Numeri che non lasciavano dubbi: qualcuno stava aggirando il sistema, sfidando controlli e telecamere con una costanza e una regolarità che lasciavano intendere un metodo preciso, non un episodio isolato.

L’indagine non ha lasciato dubbi

Gli agenti del GPIT hanno dunque intrapreso un’indagine meticolosa, fatta di controlli incrociati, appostamenti e osservazioni, di incroci tra orari, giorni e varchi di accesso. È emerso rapidamente un dettaglio decisivo: la targa della Jeep Renegade era stata clonata. Quel codice identificativo, attribuito formalmente a un uomo di 36 anni nato a Caserta, era comparso in ricorsi alle sanzioni mai pagate. In altre parole, due auto identiche, una regolare e una fasulla, percorrevano le strade di Roma sotto lo stesso segno identificativo, seminando confusione e illegalità.

L’indagine ha portato gli agenti in zona San Lorenzo, quartiere noto per il suo fermento e le sue strade sempre animate. Qui, finalmente, è stata intercettata la Jeep Renegade “fantasma”. A bordo si trovavano una donna di 44 anni e le sue figlie, ignare o consapevoli del rischio che correvano. La conducente, sorpresa senza patente – revocata ormai dal 2012 – non poteva, in alcun modo, legittimare la guida del veicolo. Accanto a lei, l’altro indagato, proprietario formale della Jeep, un uomo di 29 anni, entrambi denunciati per falsificazione e utilizzo di targhe e documenti contraffatti.

Ma il quadro non si limita a una semplice irregolarità amministrativa. Il veicolo, privo di assicurazione, con numero di telaio alterato, rappresentava un pericolo reale per chiunque avesse incrociato la sua strada. La sicurezza stradale non è un concetto astratto: è fatta di regole, di controlli, di strumenti che proteggono la vita di tutti. Con il sequestro della Jeep, gli agenti hanno messo fine non solo a un illecito continuativo, ma a un rischio concreto, capace di trasformarsi in tragedia.

Ci sono altri controlli in corso

L’operazione del GPIT non si esaurisce qui. Ulteriori accertamenti sono in corso, alla ricerca di altri possibili illeciti collegati all’utilizzo del veicolo. In una città come Roma, dove traffico e complessità urbana si intrecciano, la lotta contro le frodi automobilistiche non è mai conclusa: ogni targa clonata, ogni assicurazione falsa, ogni documento contraffatto è un tassello di un mosaico pericoloso che le forze dell’ordine si impegnano a smantellare.

Questa vicenda, emblematica, racconta più di una storia di violazioni amministrative: parla di sicurezza, di legalità, di responsabilità civile e penale. Ricorda che dietro numeri e targhe ci sono vite reali, che le regole servono a proteggere chi rispetta la legge, e che l’ingegno criminale può essere affrontato con pazienza, determinazione e professionalità.

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