• 27 Dicembre 2025 10:45

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Intrappolati nella neve, come gestire l’emergenza in auto

Dic 27, 2025

Quando ci si ritrova bloccati nella neve con l’auto che non avanza, la tentazione più comune è fare l’opposto di ciò che serve: accelerare, scavare a caso, spingere fino allo sfinimento e provare e riprovare come se fosse solo questione di forza. In realtà la neve trasforma queste azioni in moltiplicatori di rischio perché si consumano energie, si aumenta lo stress, si scalda male l’abitacolo e ci si espone a pericoli che non si vedono.

La Protezione Civile, già nelle indicazioni di comportamento con neve e gelo, insiste sulla guida morbida e sulla riduzione del rischio prima che diventi blocco proprio perché l’idea è evitare la situazione in cui ci si ritrova fermi in mezzo al nulla o inchiodati in colonna.

Trasformare l’auto in un punto sicuro e visibile

Se il guidatore è intrappolato nella neve, magari in una zona di montagna a quote elevate, l’auto diventa la sua isola e l’obiettivo è far sì che sia visibile e per quanto possibile sicura rispetto al traffico e ai mezzi di soccorso. Tenere le luci accese per farsi notare e ridurre il rischio che qualcuno tamponi nel bianco uniforme è una protezione primaria ed è un consiglio che ricorre nelle indicazioni della Protezione Civile per la circolazione con neve e gelo.

Se si è su una strada dove altri veicoli ancora si muovono bisogna ragionare in modo semplice: non si controlla la traiettoria degli altri e nella neve anche un guidatore prudente può perdere direzionalità. Per questa ragione restare dentro l’abitacolo con cintura allacciata se la situazione è instabile può essere più protettivo che stare fuori a guardare cosa succede, soprattutto se la visibilità è scarsa e la carreggiata è stretta.

Chiamare aiuto nel modo giusto

Nelle situazioni di emergenza il 112 è il riferimento operativo, ma ad accelerare i soccorsi è la precisione: direzione di marcia, ultimo cartello, uscita, chilometro, galleria, un punto riconoscibile e se possibile la posizione condivisa via smartphone. La neve cancella il paesaggio e rende tutto simile. Un’informazione vaga fa perdere tempo. Se il guidatore si trova lungo un’autostrada bloccata o in una colonna lunga deve tenere conto che i soccorsi arrivano quando possono, non all’istante, e di conseguenza la gestione delle risorse diventa il fattore più importante.

Se si lascia il motore acceso per scaldarsi mentre la neve blocca il tubo di scarico, il monossido di carbonio può entrare nell’abitacolo, e il monossido è inodore e incolore e ha l’effetto di addormentare. Se lo scarico è ostruito i gas possono infiltrarsi nella vettura anche attraverso piccole fessure o perdite. Lo scarico deve perciò essere libero dalla neve e il motore va acceso solo a intervalli, quanto basta per scaldare, non per tenere il caldo fisso per ore. Insomma, l’auto può scaldare ma può diventare una trappola se la usi male.

Quando il guidatore è fermo nella neve, il freddo logora più per accumulo che per colpo. Da qui l’importanza di puntare a mantenere il corpo in una fascia di temperatura gestibile e cercare di evitare due estremi: il primo è tremare e disperdere calore per ore, il secondo è sudare per lo sforzo per poi raffreddarsi in modo violento. E se si è con passeggeri, soprattutto con bambini o anziani, bisogna ricordare che chi è fragile perde calore prima e si disidrata senza accorgersene, quindi l’attenzione va spostata su chi ha meno riserve.

Ripartire o non ripartire con la neve

Ci sono situazioni in cui liberare l’auto è realistico e altre in cui è solo un modo per consumare benzina e forze. Se la neve è bassa, la strada non è totalmente bloccata e si ha margine di manovra è possibile tentare di ripartire, ma coerenza rispetto alla fisica della trazione: accelerazioni dolci, niente colpi di gas, niente sterzate secche. La Protezione Civile raccomanda proprio di evitare manovre brusche e di usare marce basse e freno motore, perché la fluidità tiene l’auto in controllo.

Se invece si è in colonna ferma con condizioni che peggiorano oppure in un punto dove ogni movimento potrebbe fare intraversare e diventare un blocco per gli altri, l’approccio più saggio è accettare l’attesa e smettere di combattere la neve come se fosse un ostacolo individuale. E ancora, se si è bloccati e la visibilità è scarsa, uscire e camminare può sembrare un’azione attiva, ma può essere una scelta rischiosa perché si diventa un bersaglio per veicoli che non riescono a frenare.

Le eccezioni esistono, ma devono essere concrete: un rifugio a pochi metri, istruzioni specifiche dei soccorsi o un pericolo maggiore nel restare (valanga, caduta massi, rischio impatto in una posizione oggettivamente esposta). Se non c’è una di queste condizioni, restare è quasi sempre la scelta che aumenta le probabilità di uscirne illesi.

Gomme invernali, catene e ordinanze

Ci sono automobilisti che si intrappolano nella neve prima ancora dell’emergenza cioè nel momento in cui sottovalutano le dotazioni. In Italia – su strade e autostrade – nel periodo invernale si applicano ordinanze che impongono pneumatici invernali o catene a bordo nella finestra temporale dal 15 novembre al 15 aprile. Senza aderenza o senza la possibilità di montare catene, basta una salita, un tratto in ombra o una curva lucidissima per passare dalla guida alla paralisi e da lì il passo verso l’emergenza è breve.

Gestione dell’aria e della benzina

In un’emergenza neve la benzina è anche calore potenziale e quindi tempo. Per questo la logica “motore acceso finché non finisce” è una pessima strategia mentre l’uso a intervalli riduce il rischio legato allo scarico e conserva autonomia. La gestione dell’aria è altrettanto importante: un minimo ricambio aiuta a ridurre condensa e a mantenere un ambiente respirabile, ma va sempre fatto compatibilmente con la sicurezza e con la necessità di non disperdere troppo calore, perché l’obiettivo non è ventilare bene, è restare in equilibrio.

E poi c’è la testa: quando si è fermi e il buio scende, lo stress convince che bisogna fare qualcosa, ma la cosa migliore è fare poche azioni corrette e poi restare in modalità conservativa perché lo spreco di energia è nemico tanto quanto il freddo.

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