AGI – La copertura di coralli duri nei Caraibi è diminuita del 48% tra il 1980 e il 2024, secondo un rapporto della Global Coral Reef Monitoring Network diffuso dalla prefettura della Guadalupa. Oltre 200 scienziati provenienti da 44 paesi hanno raccolto dati da 14.000 siti monitorati tra il 1970 e il 2024.
Il rapporto evidenzia lo stato critico delle barriere coralline caraibiche, che rappresentano il 9,7% delle barriere coralline mondiali. I coralli sono vulnerabili all’aumento della temperatura dell’acqua, che dal 2023 si mantiene a livelli senza precedenti a causa del riscaldamento globale e dell’acidificazione dei mari.
Perché i coralli muoiono?
Lo stress termico porta i coralli a espellere le zooxantelle, alghe simbiotiche che forniscono nutrimento. Senza di esse, il corallo perde colore, diventa vulnerabile alle malattie e muore. Episodi di mortalità hanno causato cali globali: nel 1998 (-9%), nel 2005 (-17,5%) e nel 2023 (-16,9%) per sbiancamento e malattie.
Temperature in aumento e pressioni locali
La temperatura media della superficie del mare nei Caraibi è aumentata di 1,07 °C tra il 1985 e il 2024, con un ritmo di 0,27 °C per decennio. Nel 2023 ha superato i 30 °C per settimane. A questo si aggiungono il declino delle specie erbivore (pesci pappagallo, ricci di mare) e l’aumento della popolazione costiera (+13 milioni tra il 2000 e il 2020).
Le raccomandazioni degli scienziati
Gli autori del rapporto invitano a integrare le barriere coralline nelle strategie sul clima e la biodiversità, ridurre le emissioni di gas serra e rafforzare la gestione delle aree marine protette. Le barriere coralline sono fondamentali per la pesca, il turismo e la protezione delle coste dalle mareggiate.