• 22 Dicembre 2025 21:07

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Mercato auto italiano in crisi: 400 mila vetture perse e l’elettrico non decolla

Dic 22, 2025

Il mercato dell’auto in Italia continua a muoversi su un terreno instabile, in cui gli obiettivi sono ambiziosi e i risultati tardano ad arrivare. La transizione non viene accolta nel modo sperato, i prezzi aumentano e il potere d’acquisto rimane invariato. Una fotografia catturata da UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), che durante la conferenza di fine anno ha messo nero su bianco un bilancio tutt’altro che entusiasmante per il 2025.

“Sofferenza cronica”

Questa la definizione utilizzata dal report UNRAE per definire la situazione del mercato italiano, quasi immobile rispetto ai cambiamenti tecnologici e con il rischio di scivolare ai margini nel mercato europeo. Il che potrebbe voler dire una perdita di centralità con conseguenze dirette su occupazione, filiera industriale e attrattività per gli investimenti. Un problema che non riguarda solo i costruttori, ma l’intero ecosistema dell’auto, dai concessionari all’indotto.

Rispetto al periodo pre-Covid, mancano all’appello circa 400 mila vetture immatricolate ogni anno. In termini percentuali significa oltre il 20% in meno rispetto al 2019, un divario che non accenna a ridursi.

I prezzi salgono al contrario delle vendite

Se le immatricolazioni arrancano, i listini fanno esattamente l’opposto. Negli ultimi anni il prezzo medio delle vetture nuove è cresciuto in modo costante, mentre il potere d’acquisto delle famiglie non ha seguito lo stesso passo. Il risultato è un mercato sempre meno accessibile, soprattutto per i privati.

Nel confronto diretto con lo scorso anno, il mercato italiano resta sotto di oltre il 2%, mentre l’età media del parco circolante ha raggiunto i 13 anni. Un dato che pesa non solo sul fronte ambientale, ma anche su quello della sicurezza stradale: auto più vecchie significano tecnologie di assistenza alla guida meno diffuse e standard di protezione inferiori rispetto alle vetture di ultima generazione. In questo contesto, il mercato dell’usato continua a rappresentare una valvola di sfogo fondamentale, anche se spesso a scapito degli obiettivi di rinnovamento e sostenibilità.

L’elettrico non vende

Il 2025 sarebbe dovuto essere l’anno della svolta verso l’elettrico, ma i numeri raccontano una storia diversa. È vero che l’elettrificato nel suo complesso cresce e arriva a coprire circa il 44,5% delle immatricolazioni, ma il dato è fortemente influenzato dalla diffusione delle mild hybrid, ormai presenti su una larga parte delle nuove proposte a benzina.

Il diesel, al contrario, tocca minimi storici, fermandosi al 9,4% delle vendite complessive tra privati e flotte. Una quota impensabile fino a pochi anni fa, ma che non si riflette allo stesso modo sul mercato dell’usato, dove il gasolio continua a mantenere un ruolo centrale.

Deludono invece le elettriche pure e le plug-in hybrid. Le BEV si fermano al 5,8% del mercato, mentre le PHEV raggiungono appena il 6,2%. Numeri lontani dagli obiettivi europei e insufficienti per parlare di una vera svolta. A frenare la diffusione restano fattori noti: prezzi elevati, infrastrutture di ricarica ancora percepite come insufficienti e una forte incertezza normativa che non aiuta i consumatori a fare scelte di lungo periodo.

Il mercato italiano dell’auto, insomma, resta sospeso in una fase di transizione incompiuta. Tra obiettivi ambientali, difficoltà economiche e un contesto normativo in continua evoluzione, il 2025 si chiude come un altro anno interlocutorio. La sensazione è che, senza una strategia chiara e stabile, il rischio non sia solo quello di rallentare, ma di restare definitivamente indietro.

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