• 12 Dicembre 2025 21:41

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Valentino Rossi fuori dal WEC: stop di BMW al progetto e futuro del 46 da riscrivere

Dic 12, 2025

La notizia che nessuno tra gli appassionati di endurance voleva leggere è diventata realtà: l’avventura di Valentino Rossi nel WEC finisce qui. BMW M Motorsport e Team WRT hanno deciso di escludere il Dottore dalla line-up LMGT3 2026, chiudendo un progetto iniziato appena due anni fa e nato attorno al numero più iconico nella storia dello sport italiano: il 46. Una scelta dura, drastica, quasi sorprendente, che arriva nel momento in cui il Mondiale stava entrando in una nuova era di stabilità tecnica e popolarità globale. E ora tutti si chiedono: perché è successo davvero? E soprattutto: che ne sarà della carriera automobilistica di Valentino Rossi?

Un taglio netto

La decisione è ufficiale. Con il contratto in scadenza a fine 2025, BMW non solo non ha rinnovato l’accordo, ma ha sancito la conclusione del rapporto con Rossi sia in GT3 che in Hypercar.
È una doppia chiusura, il programma LMGT3 2026 proseguirà senza di lui e la porta della LMDh già stretta negli ultimi mesi e accostata nelle ultime settimane è stata definitivamente sbarrata. Eppure Valentino non era un semplice pilota nel progetto BMW, era il volto mediatico, l’unico pilota che aveva portato una fetta di pubblico totalmente nuova nell’endurance, un magnete per sponsor e visibilità. Il progetto era cresciuto attorno a lui, attorno alla BMW M4 GT3 numero 46. E invece stop, fine dei giochi, fine della favola, fine del capitolo.

Cosa non ha funzionato

Il paradosso? Rossi nel WEC non aveva affatto deluso. Il 2024 e il 2025 avevano mostrato un pilota competitivo, costante, veloce soprattutto sui long run e affidabile nei doppi stint. Il curriculum di questi due anni parla chiaro: Podio a Imola; podio al Fuji; podio al COTA; secondo posto sfumato a Imola 2025 per una penalità discutibile; Le Mans 2025: con qualifica tra i migliori, gara da protagonista fino al guasto elettrico notturno che ha reso la M4 pericolosa da guidare. E non basta. Fuori dal WEC, Valentino ha collezionato una delle sue stagioni migliori: Tre vittorie sprint nel GT World Challenge Europe; Podio alla Bathurst 12 Ore; Vittoria nella 8 Ore di Indianapolis. Risultati concreti, costanti, da pilota vero. Eppure non sono bastati. C’è altro.

Il punto chiave

Il vero nodo della questione è uno, Valentino Rossi voleva la Hypercar. BMW non gliel’ha data. Tutto il suo percorso nell’endurance aveva un obiettivo finale, arrivare nella categoria regina, guidare la BMW M Hybrid V8, provare almeno un anno da protagonista assoluto nel WEC. La prova nei rookie test lasciava pensare che il percorso fosse avviato. Poi, invece, il gelo. BMW ha confermato la propria struttura Hypercar senza lasciare nemmeno uno spiraglio. Per un pilota e un brand del suo peso, la sensazione è stata chiara, il progetto per Rossi si era fermato. E non per limiti tecnici.

Perché BMW ha detto basta?

Difficile avere la versione integrale dei fatti, ma tre sono gli scenari che appaiono i più probabili. Su tutti, le scelte interne alla line-up BMW. La casa tedesca sta investendo in giovani piloti sport-prototype e in figure già pronte da anni. Il WEC 2026 è un campionato più tecnico che mediatico. La priorità? Performance pura. Altra spiegazione, una strategia di comunicazione diversa. Nel 2024 e 2025 Rossi ha portato un’enorme visibilità, è vero. Ma BMW sembra aver puntato per il futuro su una narrativa meno “celebrity-driven” e più in linea con la filosofia endurance tradizionale. Oppure, da non sottovalutare ma delicate questioni politiche nel paddock WEC potrebbero aver influenzato la partnership. L’endurance vive una fase cruciale, con l’ingresso di tanti costruttori. Le dinamiche politiche sono più complesse che mai. La sensazione è che BMW abbia preferito chiudere una parentesi incerta piuttosto che gestire un anno di transizione con un 46 rumoroso e non destinato alla Hypercar.

Il futuro di Valentino

Il WEC per ora si chiude. E questa è una notizia enorme. Ma Valentino non appende certo il casco al chiodo. Il suo futuro immediato sembra puntare verso ciò che ha già dimostrato di saper fare molto bene, tornare a tempo pieno nel GT World Challenge. È l’ambiente che lo valorizza di più: gare sprint, gare endurance, format che esaltano la guida pulita e costante del Dottore. Qui Valentino ha già trovato stabilità, performance e un pubblico fedele.

La 24 Ore di Le Mans? Non è escluso niente. Un invito speciale per Le Mans 2026, magari con una squadra diversa, è un’opzione concreta. La guest star Valentino Rossi fa gola a molti team, e Le Mans resta un sogno che il Dottore vuole ancora inseguire.

Cosa perde il WEC

Questa è forse la parte più interessante dell’intera vicenda. Perché se Rossi perde una possibilità, il WEC perde molto di più. La presenza del 46 aveva portato un pubblico nuovo, giovane, attivo sui social, un incremento evidente della visibilità della classe GT a livello europeo, sponsor e media che non avevano mai guardato il WEC prima e un’attenzione internazionale che pochi altri piloti possono generare. Il Mondiale Endurance aveva trovato, grazie a Rossi, una sorta di volto pop in grado di parlare oltre gli appassionati puri. Ora quel volto scompare. Proprio mentre la serie entra in una delle sue fasi più importanti degli ultimi dieci anni.

L’avventura mondiale di Valentino Rossi non è stata un flop. Resta una storia incompiuta, e proprio per questo rimarrà nella memoria collettiva. Il 46 ha dimostrato di essere competitivo in un ambiente nuovo, complesso, a 46 anni. Ha sfiorato risultati di rilievo, ha attirato pubblico, ha portato energia in un paddock che spesso vive nell’ombra dei prototipi. E ora? Ora resta la sensazione che sia mancato l’ultimo passo. Che il salto in Hypercar fosse più un traguardo simbolico che una reale impossibilità. Che la storia avrebbe meritato un capitolo finale più epico, più coraggioso, più alla Valentino Rossi.

Le storie non finiscono, cambiano

Forse non vedremo il 46 sfrecciare in Hypercar. Forse il WEC 2026 dovrà rinunciare a uno dei suoi personaggi più riconoscibili. Ma chi conosce Valentino sa che questo non è un addio. È un bivio. E ogni bivio, nella carriera di Rossi, ha sempre portato a un nuovo inizio. Il mondo GT lo aspetta. Le Mans lo aspetta. E i tifosi, quelli non hanno mai smesso di seguirlo. Il numero 46 non è sparito e non sparirà: ha solo cambiato pista. Ancora una volta.

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