Nella neve che all’alba copriva la U.S. Route 35, in Virginia, sembravano esserci tutti i presupposti per una tragedia: la cabina di un tir sospesa nel vuoto a lungo. Ore di lenta lenta agonia dove il conducente avrà probabilmente visto la vita passargli davanti, senza però mai smettere di combattere.
Il muso puntava verso un salto di quasi trenta metri cancellando ogni speranza in caso di crollo: soprattutto in scenari così estremi conta tenere il sangue freddo. Era passata da poco l’alba, le 6.25, quando la Hurrican Fire Department ha ricevuto la chiamata dell’uomo al volante, perfettamente cosciente di essere appeso a un margine sottile dopo una brutta collisione in Mason County. Nessuno, alla radio, ha detto che il tir stava letteralmente penzolando da un ponte.
Agganciato al ponte
All’arrivo dei mezzi di soccorso il quadro era già chiaro: definire l’operazione un lavoro di routine voleva dire sottostimare la portata dell’evento, una vera e propria corsa contro il tempo, nella quale la neve spingeva contro l’asfalto e il vento forte provocava l’oscillazione imperterrita della cabina, come un pendolo fermo. I passanti erano lì, a debita distanza di sicurezza: qualcuno scattava foto, altri osservavano in liturgico silenzio, confidando nell’arrivo dei rinforzi. Ancora carico, il rimorchio teneva il tir agganciato alla parte solida del ponte e un assestamento sbagliato avrebbe spento ogni speranza residua.
Le squadre arrivate da Hurricane, Teays Valley e dagli altri dipartimenti della zona non hanno esitato un istante. Tanto per cominciare hanno chiuso l’autostrada, dopodiché hanno provveduto a mettere insieme una rete di sicurezza numerosa, perché solo una misura d’emergenza poteva farsi carico dell’intervento in programma. Ai margini del ponte si sono posizionati due wrecker trucks, uno fissato come ancora, l’altro vincolato al tir per impedirgli di scendere di un millimetro: era una mission impossible.
L’estrazione del conducente
A quel punto serviva qualcuno disposto a entrare nell’autoarticolato: il compito è toccato a Westley Quinn, volontario della Hurricane Fire Department. Imbragato con attenzione, gli addetti ai lavori lo hanno spinto oltre il parapetto, in verticale, fino alla cabina inclinata, dove il guidatore lo guardava muto e immobile. Quinn ha agganciato l’uomo e, una volta sistemata la cintura, lo ha tirato fuori dai guai.
In totale l’estrazione del conducente ha richiesto quasi cinque ore, scandite da controlli continui alle funi e da una fitta comunicazione via radio tra i team posizionati su ciascun lato del ponte. Di tanto in tanto scendeva il silenzio assoluto: un piccolo movimento provocava il terrore generale, ma fortunatamente le corde e gli ancoraggi hanno retto.
La messa in sicurezza dell’uomo ha coronato l’impegno collettivo, facendo scendere un sospiro di sollievo generale. Nonostante le condizioni a dir poco ostili, la tempestività e l’attenzione riposta nelle varie fasi di salvataggio hanno dato i risultati sperati. Più tardi, il presidente della Mason County Commission, Rick Handley, ha elencato i dipartimenti accorsi: Hurricane, Point Pleasant, Winfield, Buffalo, St. Albans, Nitro, Teays Valley. Nel mezzo di una tempesta, che avrebbe potuto condannare tutti a un finale tragico, l’operazione non verrà dimenticata: i video in rete la celebrano.