• 8 Dicembre 2025 20:39

Corriere NET

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World Boxing in crisi finanziaria, Giochi a rischio

Dic 8, 2025

AGI – Non c’è pace per il pugilato mondiale, storico sport olimpico (ininterrottamente dal 1912), che rischia di scomparire dalle Olimpiadi di Los Angeles 2028. La boxe ha sempre dato grandi soddisfazioni anche al movimento italiano con 48 medaglie olimpiche (15 d’oro) diventato la quarta potenza al mondo. Dopo aver rischiato di restare escluso dalle Olimpiadi in California LA2028, venendo inserito solo nel marzo scorso dalla Sessione del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), il pugilato dal 2023 ha una nuova federazione internazionale, la World Boxing, parallela all’IBA la struttura precedente non più riconosciuta dal Cio e solo da alcune Nazioni.

World Boxing, però, sta affrontando una grave crisi finanziaria. Documenti interni e una revisione contabile indipendente avvertono che la sua sopravvivenza nel 2026 dipende quasi interamente dai finanziamenti del Cio che, tra l’altro, non sono confermati. World Boxing, alla quale è affiliata anche l’Italia con la sua Federazione Pugilistica (Fpi), è riconosciuta solo ‘provvisoriamente’ dal Cio e non gode ancora della sicurezza finanziaria che un pieno riconoscimento potrebbe garantire. Istituita per ‘salvarè il pugilato olimpico, l’organizzazione che al recente congresso di Roma ha eletto il kazako Gennadiy Golovkin, ora rischia di fallire. 

La revisione contabile descrive uno stato di sovraindebitamento ai sensi dell’articolo 725b del Codice delle obbligazioni svizzero, che nella pratica costituisce un’insolvenza tecnica. L’attività di World Boxing si basa su prestiti esterni e sul sostegno del Comitato Olimpico Internazionale che, per il momento, non esiste.

La revisione contabile mostra che ha chiuso il 2024 con perdite di 140.400 euro e un patrimonio netto negativo di 212.000 euro. L’unica ragione per cui World Boxing non ha ancora avviato una procedura formale di insolvenza è un prestito di 226.600 euro da USA Boxing che verrà rimborsato a rate fino al 2029. La liquidità rimane estremamente limitata, con soli 86.900 euro disponibili. La federazione ha presentato un budget provvisorio di 2,2 milioni di euro per il 2026, di cui 1,45 dovrebbero provenire per quasi due terzi dal Comitato Olimpico Internazionale ma la cifra è “indicativa” e “non garantita”.

World Boxing prevede costi per il personale per oltre 1,3 milioni di euro. Le entrate interne previste per il 2026 ammontano a 675.000 euro, di cui 159.500 euro derivanti dalle quote associative, 234.600 euro dalle sponsorizzazioni e 281.500 euro da eventi e diritti televisivi. L’IBA non sta a guardare e sta organizzando i Campionati del mondo a Dubai con un montepremi record di 7,25 milioni di euro (8 milioni di dollari): il più grande nella storia del pugilato dilettantistico. Golovkin si trova ad affrontare una sfida decisiva con tre compiti urgenti: garantire i finanziamenti immediati necessari per evitare l’insolvenza, convincere il Comitato Olimpico Internazionale che la federazione merita un riconoscimento pieno e stabile, garantire che il pugilato rimanga nel programma olimpico anche dopo Los Angeles 2028.

AGI – Non c’è pace per il pugilato mondiale, storico sport olimpico (ininterrottamente dal 1912), che rischia di scomparire dalle Olimpiadi di Los Angeles 2028. La boxe ha sempre dato grandi soddisfazioni anche al movimento italiano con 48 medaglie olimpiche (15 d’oro) diventato la quarta potenza al mondo. Dopo aver rischiato di restare escluso dalle Olimpiadi in California LA2028, venendo inserito solo nel marzo scorso dalla Sessione del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), il pugilato dal 2023 ha una nuova federazione internazionale, la World Boxing, parallela all’IBA la struttura precedente non più riconosciuta dal Cio e solo da alcune Nazioni.
World Boxing, però, sta affrontando una grave crisi finanziaria. Documenti interni e una revisione contabile indipendente avvertono che la sua sopravvivenza nel 2026 dipende quasi interamente dai finanziamenti del Cio che, tra l’altro, non sono confermati. World Boxing, alla quale è affiliata anche l’Italia con la sua Federazione Pugilistica (Fpi), è riconosciuta solo ‘provvisoriamente’ dal Cio e non gode ancora della sicurezza finanziaria che un pieno riconoscimento potrebbe garantire. Istituita per ‘salvarè il pugilato olimpico, l’organizzazione che al recente congresso di Roma ha eletto il kazako Gennadiy Golovkin, ora rischia di fallire. 
La revisione contabile descrive uno stato di sovraindebitamento ai sensi dell’articolo 725b del Codice delle obbligazioni svizzero, che nella pratica costituisce un’insolvenza tecnica. L’attività di World Boxing si basa su prestiti esterni e sul sostegno del Comitato Olimpico Internazionale che, per il momento, non esiste.
La revisione contabile mostra che ha chiuso il 2024 con perdite di 140.400 euro e un patrimonio netto negativo di 212.000 euro. L’unica ragione per cui World Boxing non ha ancora avviato una procedura formale di insolvenza è un prestito di 226.600 euro da USA Boxing che verrà rimborsato a rate fino al 2029. La liquidità rimane estremamente limitata, con soli 86.900 euro disponibili. La federazione ha presentato un budget provvisorio di 2,2 milioni di euro per il 2026, di cui 1,45 dovrebbero provenire per quasi due terzi dal Comitato Olimpico Internazionale ma la cifra è “indicativa” e “non garantita”.
World Boxing prevede costi per il personale per oltre 1,3 milioni di euro. Le entrate interne previste per il 2026 ammontano a 675.000 euro, di cui 159.500 euro derivanti dalle quote associative, 234.600 euro dalle sponsorizzazioni e 281.500 euro da eventi e diritti televisivi. L’IBA non sta a guardare e sta organizzando i Campionati del mondo a Dubai con un montepremi record di 7,25 milioni di euro (8 milioni di dollari): il più grande nella storia del pugilato dilettantistico. Golovkin si trova ad affrontare una sfida decisiva con tre compiti urgenti: garantire i finanziamenti immediati necessari per evitare l’insolvenza, convincere il Comitato Olimpico Internazionale che la federazione merita un riconoscimento pieno e stabile, garantire che il pugilato rimanga nel programma olimpico anche dopo Los Angeles 2028.

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