AGI – “È stato il mio primo allenatore di settore giovanile: il primo giorno sale sul pullman, siamo di fianco io e Riccardo Ferri e lui dice ‘prendete esempio da quei due’. Noi ci guardiamo e chiediamo ‘per che cosa?’ Perché avevamo i capelli corti, ‘i capelli devono essere così’: questo per dire chi era, fin dal primo giorno”. Beppe Bergomi ricorda con l’AGI Arcadio Venturi – scomparso martedì scorso all’età di 96 anni – ex centrocampista e capitano della Roma e allenatore delle giovanili dell’Inter, in cui lanciò proprio lo ‘Zio’ nel 1977.
Era una persona con grandi valori, una persona speciale che insegnava calcio – racconta Bergomi – uno di quegli allenatori che ti tenevano lì a fine allenamento per farti migliorare la tecnica individuale: gli davano sempre le squadre dove c’erano dei profili che potevano diventare potenziali giocatori di serie A. Ho fatto tutta la trafila del settore giovanile con lui, poi me lo sono trovato in prima squadra quando è arrivato Trapattoni, e lui è venuto a fare il secondo allenatore, anche lì per un po’ di anni; dopo siamo sempre rimasti in contatto anche con la famiglia, l’anno scorso ha scritto un libro e ha voluto la mia prefazione.
Venturi, conclude l’ex difensore nerazzurro, “è stato quello che un giorno, era un venerdì, io stavo andando ad allenarmi con la Primavera, mi dice ‘devi andare dall’altra parte, prendi la 90 e va ad Appiano Gentile‘ perché c’era Canuti che aveva avuto un attacco di appendicite: la domenica ho giocato. Sarò sempre riconoscente a questa splendida persona, Arcadio ci mancherà tanto”.
AGI – “È stato il mio primo allenatore di settore giovanile: il primo giorno sale sul pullman, siamo di fianco io e Riccardo Ferri e lui dice ‘prendete esempio da quei due’. Noi ci guardiamo e chiediamo ‘per che cosa?’ Perché avevamo i capelli corti, ‘i capelli devono essere così’: questo per dire chi era, fin dal primo giorno”. Beppe Bergomi ricorda con l’AGI Arcadio Venturi – scomparso martedì scorso all’età di 96 anni – ex centrocampista e capitano della Roma e allenatore delle giovanili dell’Inter, in cui lanciò proprio lo ‘Zio’ nel 1977.
Era una persona con grandi valori, una persona speciale che insegnava calcio – racconta Bergomi – uno di quegli allenatori che ti tenevano lì a fine allenamento per farti migliorare la tecnica individuale: gli davano sempre le squadre dove c’erano dei profili che potevano diventare potenziali giocatori di serie A. Ho fatto tutta la trafila del settore giovanile con lui, poi me lo sono trovato in prima squadra quando è arrivato Trapattoni, e lui è venuto a fare il secondo allenatore, anche lì per un po’ di anni; dopo siamo sempre rimasti in contatto anche con la famiglia, l’anno scorso ha scritto un libro e ha voluto la mia prefazione.
Venturi, conclude l’ex difensore nerazzurro, “è stato quello che un giorno, era un venerdì, io stavo andando ad allenarmi con la Primavera, mi dice ‘devi andare dall’altra parte, prendi la 90 e va ad Appiano Gentile’ perché c’era Canuti che aveva avuto un attacco di appendicite: la domenica ho giocato. Sarò sempre riconoscente a questa splendida persona, Arcadio ci mancherà tanto”.